Non se ne conoscono i numeri, quasi impossibile fare un censimentodato il numero oscillante e la presenza su tutto il territorionazionale di persone che si spostano da un luogo ad un altro costretteper necessità o per altre ragioni, ma una cosa é pressoché certa: sitratta di una vera e propria escalation quella del fenomenodell'accattonaggio. Ci hanno provato alcuni sindaci sceriffi a porvi un argine, conordinanze più o meno bigotte, come degli slogan, e senza affrontareal cuore le cause del problema. Se è vero, infatti, che si è soliti identificare nell'immaginariocollettivo la figura del “barbone” seduto in strada con un bicchieredi plastica posto dinanzi a sé nel quale gettare l’obolo, talefenomeno presenta complessità che oggi più che mai sono connesseall'aggravarsi della crisi economica. La prova è data dal fatto che se sino a qualche anno fa riguardava icentri urbani più grandi, perché forse i clochard si confondono megliotra la folla di una metropoli rispetto a farsi vedere nel paesinod'origine ed anche perché era più semplice reperire qualche spicciolo,oggi nessuna comunità, anche quelle dei centri rurali, ne è esente edil fenomeno sta raggiungendo dimensioni drammatiche. Per esempio, la stazione di Lecce, nell'estremo lembo del Tacco, quasiimmune in passato dalla presenza di senza fissa dimora, oggi èdiventata uno dei punti di ritrovo, specie nelle ore notturne didecine e decine di poveri alla ricerca di un tetto per la notte. Per non parlare poi di chi richiede soldi a nome di fantomaticheassociazioni benefiche o di vere e proprie organizzazioni criminaliche utilizzano minorenni o cuccioli per attirare la sensibilità deipassanti. Certo, i flussi migratori degli ultimi anni sono una delle cause cheoggi ci fanno ritrovare in strada migliaia di persone senza un tetto ecostrette a mendicare per la fame, ma quanti padri e madri di famigliasono nostri connazionali? Non lo sappiamo, ma le mense della Caritas odi altre associazioni benefiche risultano sempre più piene. Ed allora, è pressoché evidente che è la crisi economica che hadeterminato un'amplificazione del fenomeno. Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” èevidente che al di là dei risvolti penalistici che dovrebberoimpegnare le forze di polizia giudiziaria e le autorità inquirenti nelverificare la sussistenza di reati specie quando in ballo ci sonoassociazioni che si spacciano per umanitarie o per fini solidaristici,ma poi fanno affari con i proventi dell'elemosine, o quando c'è unvero e proprio sfruttamento di minori o il maltrattamento di animali,la situazione d'emergenza dovrebbe spingere le amministrazioni localipiù che a cercare di risolvere il problema a forza di ordinanze, diallestire centri per l'accoglienza adeguati per dare un pasto caldo edun letto a chi è costretto a mendicare veramente per bisogno.