VII ASSEMBLEA GENERALE DELLA COMUNIONE DI CHIESE PROTESTANTI IN EUROPA

Firenze, 20-26 settembre 2012

Comunione di chiese, pluralismo religioso, dialoghi ecumenici e il Cinquecentenario della Riforma protestante: in discussione le priorità tracciate per i prossimi anni

Intervenuta all'Assemblea la scrittrice e regista Cristina Comencini, di fede valdese, su “Donne e chiesa”: “Serve un 'patto per la differenza di genere'”

Il saluto di mons. Matthias Türk del Pontifico Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani

Firenze, 24 settembre 2012 (NEV/CCPE-CS7) – L'agenda della Comunione di chiese protestanti in Europa (CCPE) nei prossimi anni sarà segnata da tematiche quali l'approfondimento della comunione tra le chiese della CCPE, i dialoghi ecumenici tra le varie confessioni del cristianesimo, il crescente pluralismo religioso in Europa, ma anche dai preparativi del Cinquecentenario della Riforma nel 2017.

Di questo si è discusso ieri pomeriggio e stamattina in quattro gruppi di lavoro la VII Assemblea della CCPE attualmente in corso a Firenze e giunta al suo quarto giorno di lavori.

I quattro ambiti di discussione sono stati introdotti dai rispettivi relatori. “Quanto sono coscienti le singole chiese membro della CCPE di far parte di una Comunione europea?” Questa è la domanda illustrata da Stefan Tobler, riguardante il gruppo di lavoro sull'approfondimento della comunione tra le chiese. Far parte della CCPE non significa semplicemente aderire a un accordo dottrinale, cioè la Concordia di Leuenberg del 1973, ma essere disposti a camminare insieme verso una testimonianza sempre più efficace in Europa. Questo cammino deve proseguire nel futuro ed è importante che ogni chiesa possa “dare visibilità al dono dell'unità raggiunta nella CCPE”.

Tema cruciale per la riflessione teologica dei prossimi decenni è il pluralismo religioso in Europa. Come ha spiegato Friedrich Hauschildt, le chiese protestanti europee hanno già un'esperienza pratica di dialogo con le comunità di altre fedi presenti nei diversi paesi del continente. Quella che manca è una riflessione teologica sul modo di rapportarsi delle chiese protestanti alle altre religioni presenti in Europa. “Quali sono i punti teologici che possono rendere difficile o più agevole il dialogo interreligioso? Questa è una delle tante domande che la CCPE è chiamata a chiarire nei prossimi anni”.

“Europa reformata” è invece il progetto che la CCPE ha in programma per il Cinquecentenario della Riforma. “La Riforma del XVI secolo fu un movimento di rinnovamento dal respiro europeo, motivo per il quale è importante che anche le celebrazioni del 2017 abbiano carattere continentale”, ha spiegato Michael Bünker, segretario generale della CCPE. La CCPE si propone di collegare insieme le iniziative prese a livello nazionale dalle chiese attraverso un sito web che metta in rete le chiese, gli eventi e le idee.

Infine Miriam Rose ha illustrato i dialoghi ecumenici che sono in corso nella CCPE. “Dialoghi che non sostituiscono quelli bilaterali tra chiese o famiglie ecclesiastiche diverse, ma che riguardano soprattutto tre ambiti”, ha spiegato Rose. Il primo riguarda i dialoghi con i battisti e gli anglicani europei, due famiglie ecclesiastiche con cui permangono differenze per quel che riguarda la comprensione del battesimo (battisti) e dell'episcopato (anglicani), ma non di meno sono possibili futuri membri della CCPE. Il secondo riguarda la chiesa cattolica romana e le chiese ortodosse, cioè le altre due famiglie confessionali cristiane. Il terzo è il nuovo ambito delle chiese dell'immigrazione in Europa. “Credo – ha detto Rose – che il nuovo Consiglio della CCPE dovrà impegnarsi nell'incontro con queste nuove realtà, con la loro teologia e la loro spiritualità”.

Il pomeriggio di ieri ha visto l'appassionato intervento su “Donne e chiese” della regista e scrittrice Cristina Comencini, di fede valdese. Riprendendo il tema dell'assemblea “Liberi per il futuro”, ha parlato della libertà delle donne, una libertà ancora lungi dall'essere scontata, perché “fa paura”. “Le chiese protestanti sono un luogo dove è possibile un 'patto per la differenza di genere'”, ha affermato Comencini, membro del Comitato promotore del movimento delle donne “Se non ora quando?”. “C'è un'onda nuova delle donne nel mondo che pensa a qualcosa di totalmente inaudito”, ed è di questo nuovo pensiero delle donne che Comencini è venuta a parlare alla platea dei protestanti europei: “Un sentimento che le chiese protestanti dovrebbero essere in grado di ascoltare e accogliere”. Ma, ha aggiunto Comencini, facendo riferimento al detto evangelico di Gesù, è necessario che uomini e donne bevano il “vino nuovo in otri nuovi”. Perché la strada da percorrere è quella di giungere alla consapevolezza che “l'assenza delle donne è una mancanza di tutti, non solo delle donne”.

Subito dopo è stata la volta di mons. Matthias Türk, che in rappresentanza del Pontifico Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani ha rivolto il suo saluto all'assemblea. Türk ha ricordato i 50 anni di dialoghi ufficiali tra il Vaticano e la Federazione luterana mondiale (FLM) sottolineando come il Giubileo della Riforma possa essere festeggiato in una dimensione ecumenica ed internazionale: “Possiamo tentare di guarire di 500 anni di divisione che ci separano enfatizzando le preoccupazioni positive portate dalla Riforma”. Tra queste il motto “Ecclesia reformata semper reformanda”, un ammonimento che aiuta le chiese a camminare sul percorso che le porta a Cristo.

L’Agenzia stampa NEV-notizie evangeliche affianca l'ufficio stampa della CCPE presente a Firenze, distribuendo comunicati stampa quotidiani in italiano. Per contatti e interviste dal 20 settembre saranno attivi i numeri 334 35 02 090 e 339 30 48 448.

La CCPE, con sede a Vienna (Austria), promuove un modello teso all'allargamento dell'ecumene sulla base del motto “unità nella diversità riconciliata”. Conta 106 chiese membro in tutta Europa (con i rispettivi bracci sudamericani) in rappresentanza di più di 50 milioni di persone: chiese luterane, riformate, unite, metodiste, che grazie all'accordo del 1973 di Leuenberg (Svizzera) si prestano mutuo riconoscimento dei ministeri e dei sacramenti. Con la dichiarazione del 1973 si pose di fatto fine alla divisione tra chiese luterane e riformate durata più di 450 anni. Per ulteriori informazioni www.leuenberg.eu. (NEV 50/12

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