Associazionismo = specchietto per le “Allodole” residenti all’estero

di Melo Cicala Presidente di “INSIEME per gli italiani”

Domande ai nostri avversari politici:

1. Perché non volete che gli italiani all’estero votino in Italia per corrispondenza senza venirci?

2. Perché non condividete l’idea di un congresso intercontinentale di tutti i movimenti italiani all’estero sotto un’unica bandiera ed un’unica lista elettorale per il 2013?

3. Perché non condividete l’idea che due mandati parlamentari consecutivi siano sufficienti per gli eletti all’estero? Perché non volete rifiutarvi di votarli per la terza volta per fare posto ad energie nuove?

4. Perché non volete che i nostri connazionali prendano coscienza della loro forza e continuate a raccontare loro fandonie?

5. Perché non volete che i nostri connazionali si organizzino offrendo soluzioni in progetti costruttivi piuttosto che spronarli a chiedere solo aiuti e denaro ai governi di Roma?

6. Perché non volete l’introduzione della “responsabilità oggettiva” dei partiti per fatti o reati commessi dai suoi rappresentanti eletti nell’esercizio delle funzioni pubbliche loro assegnate?

7. Non credete che con il trasformismo dei partiti in Italia di cui voi siete i dipendenti state ingannando, sapendo di farlo, la buona fede dei nostri connazionali all’estero?

8. Perché non chiedete l’abolizione dell’IMU per gli immobili sfitti in Italia di proprietà degli italiani all’estero?

9. Volete ancora votare gente che è da trent’anni in parlamento, che ha rovinato l’Italia e senza MAI essersi interessata ai nostri connazionali all’estero?

10. Perché ingannare la nostra gente rinchiudendola nel recinto delle finte “Associazioni indipendenti dai partiti” lusingandola e disattendendo cinicamente le loro aspettative?

La sublimazione indefessa dell’Associazionismo degli italiani all’estero è indubbiamente una anomalia. Che cioè si voglia far credere che sia la soluzione a tutti i mali è una bufala. Ovviamente non nella loro spontanea costituzione per certi versi necessaria a sopportare complessi, solitudini e nostalgie tipiche di chi vive lontano dalla patria. L’anomalia è da rintracciarsi nella costante ed insistente importanza che rivestirebbe a livello politico. Se queste cosiddette associazioni non sono movimenti politici indipendenti dai partiti nel vero senso della parola, servono praticamente a poco, anzi sono deleterie. Solo il mutuo soccorso, il mal comune che diventa gaudio, la festa periodica a suon di penne all’arrabbiata e liscio, aggregazione passionale di fatti ed esperienze, giustifica, e non è da poco conto riconosciamo dal punto di vista umano, il suo proliferare. Di qui le tristi-sorridenti foto di gruppo che stigmatizzano momenti fasulli di coesione ed aggregazione, pose alla bisogna per l’occhio del pubblico. Per il resto l’Associazionismo così inteso, è il frutto di una strumentalizzazione partitica continua e progressiva attraverso la quale ottenere consensi e rimborsi elettorali. Il tentativo è quello di convogliare questa gente associata in recinti ben precisi come se non bastasse già la circoscrizione estero. Insomma, l’Associazionismo così inteso diventa un corpo unico senza personalizzazione al quale si sottrae dignità e rispetto. Diventa figlio e frutto dei partiti attuali, scopo e pretesto, mezzo proprio avulso dalla vita ad esso connessa. Il fine politico in definitiva non è aiutare a prendere coscienza di sé, della autodeterminazione delle situazioni di fatto per risolvere, con sistema, i problemi. L’Associazionismo viene proposto come “oppio” alla comunità per sopirne l’indipendenza, quindi la sua forza, ed essere facilmente pilotabili nei porti nei quali si vuole approdare. Noi di “INSIEME per gli italiani” essendoci imposti di dire sempre la verità ai nostri connazionali, non possiamo che mettere in guardia i nostri connazionali da questi pericoli oramai divenuti sistematici. «Sono felice perché siamo riusciti a conquistare un seggio alla Camera e un altro al Senato, con la nostra proposta di movimento associativo indipendente dai partiti». Questa dichiarazione risalente alla primavera del 2008 è dell’on. Ricardo Merlo all’interno di una intervista fatta da un giornale argentino a lui vicinissimo. Quello stesso movimento non è indipendente dai partiti, è né più e né meno UDC a tutti gli effetti. Fa parte di quel partito presieduto e guidato da Casini, uno di quei fossili parlamentari che risiedono in pianta stabile in Parlamento da trent’anni con la chiara intenzione di rimanervi ancora per altri trenta. Il pericolo incombente sulle nostre comunità è quello dunque di una facilissima manipolazione delle coscienze già palesemente abbattute e distratte dalla non curanza di Roma e dei suoi organi istituzionali. Associarsi va bene e fa bene ma alla condizione di sapersi riconoscere e divenire impenetrabili affinché i partiti non diventino loro padroni.

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