La ricostruzione post terremoto esclude le piccole imprese, il commento della Cinti

La ricostruzione post terremoto esclude le piccole imprese, ilcommento della CintiLa vice responsabile dell' Italia Dei Diritti per l' Emilia Romagna: “E' difficilmente condivisibile che su circa 11mila aziende presentinell'area interessata soltanto le 500 in possesso dell'attestato SOA,e con notevole capacità di copertura economica, siano ammesse apartecipare, a maggior ragione se si tratta soltanto di una modalitàper contrastare in maniera più efficace e netta la possibileintromissione della criminalitò organizzata sui cantieri” Bologna, 31 agosto 2012- Comincia in salita il percorso diricostruzione nei territori emiliani colpiti dal sisma lo scorsomaggio, soprattutto per per quanto riguarda le tante piccole impresedel privato che nella Bassa vorrebbero essere coinvolte, ma che difatto sono state tagliate fuori a partire da una specifica ordinanza.A guidare la protesta sono state due associazioni di categoriachiamate LAPAM e CNE, le quali han fatto chiaro riferimento alcontenuto dell' articolo 4 comma 5, in cui si dice esplicitamente chel' erogazione di contributi per l' esecuzione dei lavori diristrutturazione di immobili parzialmente o totalmente inagibili diprivati riguarderà soltanto le aziende in possesso del certificatoSOA. Si tratta di un attestato nel quale si dichiara che l' aziendacandidatasi per l'esecuzione di appalti pubblici ha la capacitàtecnica ed economica di portare a termine lavori di importo superiorea 150mila euro, ed è inoltre in possesso di tutti i requisitinecessari alla contrattazione pubblica. Purtroppo solo le grandiimprese ne dispongono. Una disposizione del genere rischia diescludere moltissime aziende, soprattutto quelle radicate sulterritorio, che per la maggioranza sono piccole. Basti pensare che aModena si parla inicativamente di 500 in possesso del certificatosuddetto, a fronte di 11mila totali. Come se non bastasse, diversilavori da poco inaugurati sono già stati bloccati, generando lalegittima preoccupazione sul chi e come porterà a termine quantoiniziato, in quanto il tutto verrà affidato ad una ditta diversa daquella originale. Come tengono a sottolineare le due principaliassociazioni coinvolte, se nel processo di ricostruzione la prioritàda garantire è quella della tutela contro le probabili infiltrazionimafiose, basta appellarsi al Protocollo di Legalità firmato di recentein Regione da Istituzioni, organi di controllo, forze economiche,sociali e banche, con specifico riferimento alle zone colpite dalsisma. All'interno di tale documento, però, non vi è alcun accenno alpossesso da parte delle ditte appaltatrici al certificato SOA nell'ambito dell'edilizia di tipo privato. Infine, l'articolo 6 dellacitata ordinanza parla di un elenco di merito delle imprese, cui sipuò volontariamente aderire come operatori del settore, e chesicuramente, a detta delle due associazioni, rappresenta uno strumentoulteriore e significativo attraverso il quale scegliere con piùsicurezza a chi affidare dei lavori di restauro o ricostruzione.Luana Cinti, esponente dell' Italia Dei Diritti, dichiara: ” Gliinterventi di controllo a difesa della legalità sui cantieri dilavoro che sono stati posti in essere soprattutto di recenteattraverso la firma congiunta di Protocolli regionali e il ricorsoanche ad altri strumenti (vedi l'elenco di merito) con ilcoinvolgimento di tanti protagonisti del mondo delle Istituzioni e nonsolo, è un fondamentale gesto di partenza attraverso il qualepromuovere e tutelare la trasparenza nei diversi ambiti del viverecivile. L' argomento è stato affrontato in altri ambiti in merito allasicurezza dei lavoratori sui cantieri e ora a quello per la tuteladalle infiltrazioni criminali nel restauro o ricostruzione su di unterritorio, colpito, come in Emilia, da una calamità naturale. Laprevenzione, il costante monitoraggio, così come la partecipazioneconsapevole e attiva dei diversi operatori in accordo con leIstituzioni e il coinvolgimento della società circostante, sonofondamentali nel contrasto all'illegalità, poichè alla base di tuttovi è l'informazione. Il problema delle piccole imprese di Modena,escluse in base ad un'ordinanza dalla gara per aggiudicarsi gliappalti nelle aree del sisma poichè prive del SOA e di alcunirequisiti tipici delle realtà aziendali maggiori, appare quanto maidiscriminante per i termini con cui è stata presentata, tanto più checome emerge dalle affermazioni delle associazioni portavoci dellaprotesta, si tratta di aziende del posto e radicate sul territorio, lequali necessitano di essere direttamente coinvolte per non continuarea subire gli effetti della crisi seguita al terremoto e di quella piùampia che attanaglia il Paese. I numeri poi parlano chiaro. E'difficilmente condivisibile che su circa 11 mila aziende presentinell'area interessata soltanto le 500 in possesso dell' attestato inquestione, e con notevole capacità di copertura economica, sianoammesse a partecipare, a maggior ragione se si tratta soltanto di unamodalità per contrastare in maniera più efficace e netta la possibileintromissione della criminalità organizzata sui cantieri. Senzacontare, e non è cosa da poco, che molti lavori già avviati sono statiinterrotti in virtù dell'entrata in vigore dell'ordinanza per essereaffidati a nuove ditte, creando disagi e danni ai detentori originaridell'appalto, poichè i problemi lasciati in sospeso dalla primaimpresa andranno in qualche modo risolti da chi ne raccoglie iltestimone, con metodi non ancora chiari. Come dichiarato da chi si èposto a difesa delle aziende di costruzione minori, gli strumenti peraffrontare le attività di ricostruzione in maniera efficace, sicura esenza sprechi sono altri, appositamente approvati e da mettere incampo con coraggio”. Ufficio Stampa Italia Dei Diritti Emilia Romagnaitaliadeidiritti@yahoo.ithttp://www.italiadeidiritti.it

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