Di GIOACCHINO CRIACO
Il bufalo è un simpatico bovide, la bufala, oltre a esserne la consorte, rappresenta un inganno, una mistificazione. Il bronzo è una lega metallica che associata alla faccia diventa sfrontatezza. Noi un po’ la faccia di bronzo ce l’abbiamo. Perseveriamo e diciamo che dalle acque dello Ionio è sorto un fatto senza inganno. Un leone di bronzo è un fatto, e una segnalazione infruttuosa è solo uno dei tanti accadimenti che ruotano intorno ai fatti per delinearne l’esatta dinamica. Ogni indagine è una trama di indizi che portano alla verità. Nel mare davanti al promontorio dello Zefiro si raccolgono indizi rispetto a un fatto certo e ad altri solo ipotetici. Attorno al leone di bronzo ritrovato nei giorni scorsi, ci sono altri reperti? No, al momento sono stati ritrovati solo alcuni frammenti di anfora. Per questo si fanno le ricerche. Il leone appartiene a un’epoca ancora da accertare, così il suo valore artistico. Per questo ci stanno gli esperti. Nelle concitanti fasi successive alla scoperta del leone è accaduto quello che normalmente avviene in concomitanza di un delitto. Si raccolgono informazioni e si vagliano testimonianze. Fra le segnalazioni una sembrava interessante, i Carabinieri del TPC l’hanno doverosamente approfondita e questa ha portato fuori un inerme e inutile radiatore. Delusione, ma questi sono accadimenti normali e preventivabili dai quadri investigativi. Le ricerche ulteriori al momento non hanno dato esiti positivi e sperati. Nemmeno sono emersi elementi in contrasto con l’assunto degli scopritori. Le correnti dello Ionio sono beffarde, distribuiscono carte da prestigiatore. Le mani del mago mostrano e nascondono, e nulla esclude che quello che non si è trovato oggi verrà scoperto fra un po’. Ma delle verità sono emerse. C’è stato chi ha fatto il tifo per la scoperta sensazionale e chi no. C’è chi ha gioito per una Locride fuori dalla cronaca nera e chi no. C’è chi ha sognato, perché vedere fianco a fianco gli uomini dell’Arma e i ragazzi di Africo rappresenta una svolta culturale e un evento strepitoso. E c’è chi abituato ad altro genere di fatti non è riuscito a metabolizzare la scoperta. Vedere il comandante del TPC immergersi senza un attimo di tregua, con la voglia sfrenata di non spegnere le speranze di chi lo accompagnava è stato uno spettacolo impareggiabile. La voglia di cambiamento che sorge dalla Locride, dalla Calabria, questa è la scoperta sensazionale che già da un po’ è visibile. Ma ciechi e finti ciechi continuano a non vederla. La nostra informazione, troppo legata alla cronaca nera, è rimasta in balia a un racconto cronicistico. Ha usato una tattica attendista per qualche ora e poi si è attaccata al dettaglio tralasciando il fatto centrale. Ha puntato sul radiatore e ha scordato il leone. Le denuncia di ritrovamento, dalla quale era partita La Riviera, fatta da Bruno Bruzzaniti e Leo Morabito il 20 agosto, riguardava il ritrovamento di un Leone di Bronzo in un fondale cosparso di cocci colorati e reperti lignei. Il radiatore è frutto di una segnalazione del 21 agosto, fatta da Bartolo Priolo, e relativa a un’armatura presunta, posizionata a 500 metri dal ritrovamento bronzeo. Eventi diversi, distanti temporalmente e spazialmente. Leone e bufala, che poi bufala non è ma semplice segnalazione, non hanno nulla in comune. Leone che, ribadiamo, fermi gli accertamenti in corso, resta a una prima analisi degli esperti un reperto importante. Il primo ad affermarlo è proprio il comandante Giovinazzo, che proprio non è l’ultimo arrivato. A suo sostegno arriva un altro non ultimo, Mario Caligiuri. La d.ssa Bonomi rimane su posizioni scettiche, critica soprattutto per il dispendio di risorse che avrebbero potuto essere spese meglio. Noi crediamo che tutto quanto si spenda per la cultura sia ben speso, che per essa ci si deve piegare ai sacrifici più che per altre voci. Noi al sogno dei calabresi dello Zefiro ci crediamo ancora. Lo sosterremo. Come sosterremo ogni cambiamento culturale. Abbiamo dato risalto alla notizia perché spesso, purtroppo, è il clamore ad aiutare le svolte. Dietro allo Zefiro già due anni fa un certo Palamara aveva denunciato la scoperta di una necropoli greca. Nessuno ne aveva parlato, e la cosa era andata in oblio. Noi non ci fermeremo. Siamo sciocchi e non scambiamo i radiatori con le bufale. Ma non siamo stupidi e il sogno non lo confondiamo con un leone di bronzo di 15 chili. Ah, grazie a Giovinazzo e ai suoi uomini.
From: Redazione La Riviera