Stabilimenti balneari e lidi privati. Allo "Sportello dei Diritti" numerose segnalazioni e denunce di soprusi ed eccessi

La corsa all'ultimo ombrellone o all'ultimo lettino prendisole miete”vittime” in tutto il Belpaese, ma nelle zone dove si è registrato iltutto esaurito nella settimana clou di ferragosto se ne sono sentitedelle belle. Divieti e limitazioni di ogni tipo negli stabilimentibalneari per la preservazione di un presunto e bigotto decoro che seda una parte tollera comportamenti al limite dell'oscenità, arrivafino alla sfrontatezza per non dire a esternazioni immorali. A tal proposito a Giovanni D'Agata, fondatore dello “Sportello deiDiritti” sono giunte segnalazioni di ogni tipo, ma le piùinqualificabili, per non dire immorali riguardano alcuni turisti chesi sono visti letteralmente cacciare da uno stabilimento balneare,dopo aver pagato regolarmente il posto sotto l'ombrellone, per averportato con se alcune bevande e qualche panino in una piccola borsafrigo. La cosa più riprovevole é che tra di essi ci fosse una donna in statodi gravidanza ed un'altra che portava con sé un contenitore peralimenti che serviva a trasportare anche la pappa di un lattante. Èaccaduto in uno dei tanti stabilimenti di Porto Cesareo, in provinciadi Lecce, dove trovare una sdraio libera la scorsa settimana eradiventata cosa ardua, e forse un abbaglio dovuto allo stress di questigiorni ha fatto dimenticare ai gestori di un lido le maniere buonespecie nei confronti di categorie più deboli quali donne incinte ebebè. Per Giovanni D'Agata se è comprensibile che vi siano limitazioni allafruizione di pasti e bevande all'interno dei lidi che sono oggetto diconcessione anche per il rispetto di un certo decoro o di un dirittoalla selezione della clientela che ciascun concessionario vuolemantenere, è pur vero che non esiste alcuna norma, neanche di naturacontrattuale che preveda il divieto di portare con s'è una borsatermica per consumare i propri cibi o bibite nelle aree non oggetto diconcessione quale la battigia o la spiaggia pubblica. Per tali ragioni, ricevuta la segnalazione, abbiamo provveduto ad informare laCapitaneria di Porto di zona tanto più che non risulta in esserealcuna ordinanza del Comandante locale o del sindaco che abbialimitato la fruizione di cibi e bevande sulle spiagge del litorale diPorto Cesareo. Si tratta, quindi di un atto di scortesia checensuriamo e che rendiamo pubblico per evitare che in futuro se nepossano ripetere degli altri, tanto più che ci risulta che la granparte dei gestori dei lidi, pur prevedendo limitazioni, esibendole conappositi cartelli all'ingresso, hanno dimostrato da sempre notevolespirito di tolleranza specie nei confronti delle categorie colpitedall'inqualificabile comportamento tenuto nella circostanza dasoggetti screanzati che meriterebbero il ritiro immediato dellaconcessione demaniale.

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