Una fonte copiosa ed inarrestabile di guadagni illeciti che alimentaun fiume in piena quello delle scommesse illegali che a sua volta hatrovato i suoi principali canali nelle pratiche on line. Non si contano più, infatti, i blitz della polizia in Italia soltantonegli ultimi mesi sia virtualmente sul web che “fisicamente”attraverso decine e decine di sequestri di locali che mettono adisposizione PC e macchinette con accesso alla rete e quindi a sitinon sottoposti alla vigilanza del monopolio dello Stato perché spessoi server che ne gestiscono i flussi di dati sono ubicati all’estero. Sono, infatti, numerose le inchieste in corso che si leggono difrequente sulle cronache quotidiane che nella gran parte dei casi sonoavviate a seguito delle denunce di madri, mogli e padri disperati lecui famiglie vengono gettate sul lastrico dalla febbre del giocoalimentata dalla criminalità senza alcuno scrupolo se non quellodettato dal profitto di provenienza illecita e di semplice gestioneperché i controlli su internet sono assai complicati. Si parla di diverse migliaia di euro per bar in un solo mese, con gliesercizi pubblici che arrivano ad avere decine e decine discommettitori fissi al giorno. Secondo alcune fonti il 10% degli introiti derivanti dalle scommesse,decurtati dalle vincite, infatti va al gerente, il resto alleorganizzazioni malavitose che li gestisce. Alla luce di tali fatti Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportellodei Diritti” invita il governo ad attuare nell’immediato politicherigorose di controllo delle scommesse on line perché è un doveremorale quello di fermare questa emorragia continua di risorse dimigliaia di famiglie italiane ormai ridotte sul lastrico per la troppoampia diffusione e semplicità di accesso a queste pratiche criminalid’incentivazione allo sperpero dietro il falso mito di facili guadagniancor più acuito dalla crisi in atto.