ANCHE NOI

Essere presaghi non è nelle nostre corde. L’informazione ha da essere obiettiva. Ci sono, però, delle situazioni che vanno ben oltre le sensazioni di vaticinio. Mentre il Capo dello Stato sollecita la riforma della nostra legge elettorale e chiede ai Partiti più coerenza nei confronti di una situazione socio/economica più che preoccupante, all’orizzonte UE si è andato a profilare il trittico dei Paesi dell’Unione candidabili, nella migliore delle ipotesi, in una posizione”B” tra gli Stati della Grand’Europa. Per noi, la situazione non è nuova e da tempo anche annunciata. Dopo la Grecia, i cui sostegni economici non hanno dato apprezzabili risultati, è stata la volta della Spagna. In coda al trio, l’Italia della squadra Monti. Non ci siamo. E’ inutile trovare possibili motivazioni. Da noi, l’economia interna ha frenato quella internazionale ed il deficit nazionale ci pone allo stesso livello delle altre due Nazioni sorelle. Sembra un destino ingrato, ma sono soprattutto i Paesi del bacino mediterraneo a denunciare quelle mancanze che rendono impossibile la gestione di un’economia comunitaria. Forse, anche il Portogallo è sotto esame, ma non è ancora nelle condizioni del Bel Paese. Nel bacino UE, solo la Germania, come da sempre, riesce a far fronte alle sue necessità interne ed ai suoi impegni internazionali. La titanica spesa per l’unificazione tedesca è stata la prova, inconfutabile, di quanto sia stata oculata l’economia per Paese d’oltre Alpi. Ora, non è il caso di fare paragoni e tentare impossibili riscontri. In Italia, l’economia è stata “curata” senza tener conto del deficit che ci portavamo appresso già dall’inizio del Nuovo Millennio. I “miracoli”, per chi ci crede, li fanno i Santi, non, certamente, gli uomini. Meglio non dimenticarlo quando, in tardo autunno, il Prof. Monti dovrà presentare al Parlamento ed al Paese i conti del suo lavoro. In pratica, circa dodici mesi di continue privazioni e senza vantaggio evidente. Neppure i “Tecnici”non sono stati in grado di riequilibrare la bilancia economica nazionale. Le imposizioni fiscali, assortite in modo repentino, non hanno risolto un bel nulla; ma hanno contribuito ad aumentare il malessere degli italiani e la loro sfiducia nelle Istituzioni. Quando, come da noi, manca una contropartita, i risultati non sfuggono a nessuno. Dopo agosto, ci sarà il primo bilancio che l’Esecutivo avrà, nel frattempo, elaborato. Non è nella nostra linea fare delle previsioni. Delle quali ,comunque, non sentiamo il bisogno. Anche l’Italia è entrata, a pieno titolo, tra i Paesi in recessione ufficiale. Lo avevamo scritto già nella scorsa primavera. Senza pessimismo, ma con calcolato realismo. Saranno, ora, le analisi ad evidenziare di quanto sono “fuori” dai parametri che l’UE ci aveva conferito. Meglio trattare con i politici che verranno e lasciare Monti alla sua sorte. Gli uomini possono sbagliare proprio perché, anche per il caso esposto, non hanno l’aureola dei Santi. Come scusante non regge, ma non siamo stati in grado di trovare di meglio.

Giorgio Brignola

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