Immigrazione: al via al dlgs che recepisce le norme Ue.

Stop all’assunzione di clandestini e permesso di soggiorno a chi denuncia il datore di lavoro ed ipotesi di ravvedimento operoso per evitare sanzioni peggiori.

Giro di vite da parte del Governo contro chi utilizza alle sue dipendenze stranieri senza permessi di soggiorno. E’ stato approvato definitivamente il decreto legislativo che recepisce la direttiva 2009/52/CE e inasprisce le pene per chi assume manodopera clandestina. Le anticipazioni sulle previste modifiche al Testo unico dell’immigrazione del 1998, prevedono multe pecuniarie alle imprese e, a carico degli imprenditori condannati, stop a nuove iniziative economiche.

Per le sole ipotesi di particolare sfruttamento lavorativo, che lo straniero che presenta denuncia o coopera nel procedimento penale possa ottenere, a talune condizioni, il rilascio di un permesso di soggiorno di durata temporanea.

Inoltre il datore di lavoro che è stato condannato, anche con sentenza non definitiva, per i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, di reclutamento di persone da destinare alla prostituzione o alla sfruttamento della prostituzione, o di minori da impiegare in attività illecita, di intermediazione illecita, di sfruttamento del lavoro o di assunzione di lavoratori privi di permesso di soggiorno ovvero con permesso scaduto, non potrà poi ottenere il nulla osta a successive attività imprenditoriali. Mentre per le famiglie e le imprese che si autodenunciano, entro un tempo stabilito, eviteranno sanzioni, riconoscendo inoltre ai lavoratori immigrati il permesso di soggiorno. Si tratterebbe di un “ravvedimento operoso” per il datore di lavoro, che potrebbe adeguarsi alla nuova disciplina, previo pagamento di una somma, per evitare sanzioni più gravi. Si parla di una sanzione di 1.000 euro, più i mancati pagamenti degli oneri fiscali, previdenziali e assistenziali.

Secondo Giovanni D'Agata fondatore dello “Sportello dei Diritti” le sanzioni pecuniarie andranno colpire le persone giuridiche le quali si siano avvantaggiate ricorrendo all’impiego di cittadini stranieri il cui soggiorno è irregolare.

Lecce, 6 luglio 2012

Giovanni D’AGATA

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