Da molti anni dico che uno dei più grandi mali economico-finanziari per l’Italia è costituito dal costo delle Regioni. L’ho documentato più volte col supporto aggiornato dei dati ISTAT ma, molto verosimilmente, la nostra sindacabile classe dirigente preferisce – per ovvi motivi di poltrona – mantenere 20 staterelli, appunto le regioni, che sono più o meno la duplicazione dello stato centrale che, a mio avviso, quanto a sprechi non offre, pure lui, un esempio da imitare.
Non voglio dilungarmi in certe cose in quanto le ho già dette in precedenti interventi, e mi limito solo a dire ai nostri “ volutamente sprovveduti della politica”, tanto per usare un eufemismo, che i tempi sarebbero maturi per capire due cose:
1) la provincia, con opportune modifiche, se vuoi anche territoriali, è oggi l’unico ente locale più vicino al cittadino con quale è possibile un dialogo, mentre la regione rimane un..muro di Berlino che non serve a niente, se non a “mangerie” (le regioni sono entrate a regime dopo una trentina d’anni dal loro inserimento in Costituzione, il che sta a significare che, anche allora…. ecc.ecc);
2) le regioni a statuto speciale , a mio avviso, vanno eliminate da subito in quanto gli Italiani hanno tutti uguale dignità sociale come prevede la stessa costituzione. Esse non hanno più senso (non l’avevano neanche prima per la verità, ma gli accordi di fine guerra sotto ricatto, come per esempio gli accordi De Gasperi-Gruber per il Trentino-Alto Adige) hanno favorito questa vergognosa situazione.
Caro Presidente del Consiglio, Mario Monti, perché non butta un occhio anche sulle Regioni, vere sanguisughe del Paese, le quali – lo dico alla carlona – se vuoi anche populisticamente, in 5 a statuto speciale, mangiano forse come le altre 15 “mangione” a statuto ordinario ?
ARNALDO DE PORTI