Il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma, avv. Mauro Vaglio, ha concesso una intervista esclusiva in merito all’attacco sferratogli da alcuni consiglieri riguardo la consulenza del nuovo addetto alla comunicazione
– Presidente, perché il comunicatore ufficiale dell'ordine è stato scelto senza effettuare un pubblico concorso ?
Perché, vista la delicatezza dell’incarico, è sembrato indispensabile al sottoscritto ed alla maggioranza dei Consiglieri affidarlo a persona di fiducia. Io conosco personalmente l’attuale addetto alla comunicazione da più di 20 anni ed è ben conosciuto e stimato anche da altri Consiglieri. Tra l’altro, la nomina è stata approvata nell’adunanza del Consiglio del 26/4/2012, regolarmente pubblicata sul sito ufficiale e, si noti bene, votata all’unanimità, quindi anche dall’opposizione. Solo in un secondo tempo i due Consiglieri dell’opposizione si sono dichiarati contrari, quando probabilmente avranno pensato di poterne fare oggetto di battaglia politica.
– In base a quali disposizioni normative ha provveduto alla sua assunzione prescindendo da procedure di gara?
L’Art. 125, comma 11, 1° capoverso della L. 163/2006 recita testualmente: “Per servizi o forniture inferiori a quarantamila euro, é consentito l’affidamento diretto da parte del responsabile del procedimento”.
– Non ha pensato che l’essere suo socio in affari ne sconsigliasse la nomina ?
Il fatto che entrambi possedessimo quote di una società risale ad alcuni anni or sono e non ha nulla a che vedere con l’attività svolta per il Consiglio. Pertanto non vi sono ragioni che siano in conflitto con l’incarico relativo alla comunicazione e ai rapporti con la stampa. Del resto, poiché i dati sul possesso di quote societarie sono pubblici, è assolutamente evidente che il tutto è stato fatto nella massima trasparenza.
– Che tipo di società avevate messo su insieme e di che si occupava ?
La Società si occupa di riprese aeree e misure ambientali e, tra l’altro, pur essendo formalmente ancora attiva, non produce utili.
– Perché questo Consiglio ha subito e subisce una formidabile avversione da parte delle opposizioni pur essendo una lista eletta quasi in blocco?
Paradossalmente proprio a causa del risultato elettorale. La fortissima voglia di rinnovamento espressa dall’avvocatura romana attraverso un risultato senza precedenti (13 a 2), fa temere ai pochi rimasti e ad alcuni non rieletti, che presto potrebbero scomparire dalla scena politica. Evidentemente, non potendo negare i progressi compiuti in soli 4 mesi dal nuovo Consiglio, la loro opposizione si riduce al solo fango, gettato senza alcuno scrupolo su persone rispettabili e soprattutto sull’immagine dell’Istituzione.
– Una volta che l'attuale Consiglio si è insediato, quale era la situazione pregressa lasciata dalla vecchia gestione?
Solo per fare solo qualche esempio, era in vigore un contratto di consulenza con un Avvocato di Milano per la stampa e la pubblicazione on line delle riviste Temi Romana e Foro Romano, che è costata in meno di un anno oltre 96.000,00 euro, e ciò senza che fosse indetta alcuna gara e senza delibera del Consiglio che autorizzasse la sottoscrizione del contratto e la relativa spesa. Una società ci ha richiesto il pagamento di circa 20.000 euro per l’attuazione del collegamento con l’Anagrafe del Comune di Roma, ma non si riesce a reperire nessuna delibera consiliare che autorizzasse un rapporto economico con questa società, nonostante il lavoro effettuato per il Consiglio dell’Ordine. Sono stati spesi circa 160.000 euro per i festeggiamenti del centenario del Consiglio nel Palazzo della Cassazione e svariate decine di mila euro per la cena offerta ai componenti delle Commissioni, dei cui 900 componenti hanno partecipato circa la metà. Dovremo fare un ravvedimento operoso per la mancata emissione delle fatture alle parti che hanno proposto le mediazioni. E per il momento penso che sia opportuno fermarmi qui.