ECONOMIA ITALIANA: MEGLIO EVITARE OTTIMISMI

Pur col gran caldo di un’estate che si preannuncia torrida, i problemi economici d’Italia restano complessi e con una posizione atipica rispetto al panorama Europeo. Chi vive nel Bel Paese, non ha bisogno di chiarezza, ma ora scriviamo per i Connazionali che vivono all’estero. La canicola non deve fare abbassare la guardia. Con l’autunno, ci sarà l’ultimo colpo di coda dell’Esecutivo Monti con le terminali imposizioni fiscali di un Governo che si prepara a traslocare. Il 2012 ci ha riservato tante amarezze. Il prossimo anno non sarà differente; almeno sino all’insediamento del nuovo Esecutivo. Il deficit nazionale, in parte figlio di un’esagerata tutela del nostro sistema di credito bancario, resta in profondo”rosso”. I conti non tornano e il Professore n’è ben conscio. Manca, a nostro avviso, un piano di ripresa snello e funzionale per tentare, almeno, di preventivare tempi migliori. E’ dal 2010 che stiamo scivolando verso il baratro. Ma dall’Euro non esce nessuno. La moneta unica appare “blindata”. La realtà greca, che converrebbe sempre tener presente, n’è la prova più lampante. L’irresponsabilità politica ha da rientrare; come sono rientrati i contrasti con le forze sociali. Questo Governo provvisorio ha iniziato con un gioco d’anticipo; poi ha scoperto tutte le sue carte. In pratica il tempo, ed il modo, per presentare contro proposte rimane. La “non” sfiducia comincia ad essere scomoda e controproducente. Il secondo semestre di quest’anno dovrebbe essere maggiormente dedicato a focalizzare gli interventi del dopo Monti. Il periodo più critico inizierà col prossimo inverno. Siamo dell’avviso, ma non è una novità, che solo una politica economica coerente ai tempi può evitare la temuta cronicizzazione dei mali che ben conosciamo. La crisi resta, in ogni caso, grave perché ha investito tutte le strutture produttive, soprattutto quelle private. I milioni di disoccupati non possono farci sperare in una produttività meno condizionata. La situazione, che è sotto gli occhi di tutti, non troverà soluzioni con un Esecutivo che, a ben osservare, può ancora agire perché il Potere Legislativo non sembra in grado di proporre differenti scelte. La misura è colma. E’ ragionevole attendere il naturale tramonto della Legislatura. Ma basta con le “concessioni”. I Partiti hanno a far sentire la loro voce e la volontà dell’imminente cambiamento. Il Governo “tecnico” è stata un’esperienza accettata con riserva; ma non dovrebbe essere un esempio da reiterare da parte dei “politici”. Se così non fosse, la “crisi” troverebbe forza proprio al momento del varo del prossimo Governo di matrice parlamentare. I tempi delle critiche in sordina stanno volgendo al termine. La speranza ha da lasciare il posto alla certezza di tempi più consoni al ruolo europeo che intendiamo mantenere. Quindi, bando agli ottimismi di facciata e prepariamoci a vivere in un Paese che intende uscire dal “limbo” politico di questi mesi. La quarantena è finita. Anche se la crisi imperversa, non dovrebbero esserci ulteriori crolli. L’Italia del dopo Monti è già presente ed andrà a sostituire un Esecutivo che non ci meritavamo se, purtroppo, una deprecabile esigenza amministrativa non lo avesse reso necessario.

Giorgio Brignola

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