ITALIA: DIVERSA REALTA’

Quando, nella primavera del 2012, avevamo scritto sulle intenzioni del nostro Esecutivo finalizzate al contenimento della spesa pubblica e del deficit nazionale, la crisi economica era già presente in Europa e nella penisola da almeno due anni. In allora, avevamo manifestato alcune perplessità. La linea Berlusconi, fondamentalmente liberista, c’era apparsa onerosa ma tollerabile nel suo complesso. Lo Stato, in buona sintesi, avrebbe dovuto “auto tassarsi” favorendo, almeno, un sentore di ripresa economica. Apparentemente, sembrava solo questione di tempo. Tempo necessario per impostare una linea d’azione coerente ai forti attriti che l’opposizione non aveva risparmiato. Poi, con lo scorso novembre, la realtà si è rivelata in tutta la sua difficoltà. Il Liberismo, senza segnali premonitori, lasciava il posto ad un Governo “Tecnico” i cui programmi si sono imposti nel giro di pochi mesi. Ancora sacrifici, dunque, ma non distribuiti con quell’equità nella quale avevamo fatto conto. Ora, a metà mandato, l’Esecutivo Monti inizia a tirare alcune somme. I fatti, i tagli, le restrizioni non hanno lasciato spazio a visioni meno pessimistiche per il futuro. I nodi della nostra economia sono tanto intricati da non consentire spiragli di ripresa se non nel giro di almeno cinque anni. I tempi del “sacrificio” sono stati, sin troppo, rispettati e, col 2013, avremo da fare sempre i conti con una serie di rincari che colpiranno anche i redditi più limitati. L’incremento dell’Imposta sul Valore Aggiunta (IVA), che scatterà col prossimo autunno, incrementerà il costo della vita ed il prezzo dei servizi pubblici s’adeguerà di conseguenza. Dopo i tecnici, saranno i politici, tutti ben noti e assai poco immacolati, a riprendere le redini del Paese. Non basterà la coerenza per sanare i conti del Bel Paese. Sarà sempre difficile gestire la realtà nazionale in tutta la sua molteplicità. Altre vie, però, non ne vediamo. Con questa convinzione, riteniamo che sarà almeno possibile monitorare la realtà del Paese. Con una recessione che logora i salari e condiziona le nostre scelte, sarà impossibile improvvisare. Né all’interno, né, tanto meno, in area UE. Lo Stato sociale non c’è più e gli arrivismi personali hanno surrogato gli interventi di generale utilità. Chi pensava d’andare incontro a tempi migliori, dovrà ricredersi. Il prossimo Esecutivo politico sarà vincolato ai conti di una situazione sempre meno controllabile. Monti ha scoperto le nostre mancanze. Saranno i politici a condizionarne le sorti. Dopo un’estate d’austerità, saranno i mesi d’autunno a definire lo scenario economico della Penisola. Ora è chiaro che non sarà possibile contare su una diversa realtà. Le novità, se ci saranno, non ci troveranno, però, impreparati. Il pessimismo è stato scacciato dal realismo con gli effetti che tutti sono nelle condizioni di poter verificare.

Giorgio Brignola

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