VOTO DALL’ESTERO: FACCIAMO QUALCHE CONTO

Il 2008, anno delle ultime consultazioni politiche, sembra lontanissimo e la “maggioranza” liberista un miraggio nel “deserto” dei tecnici. Prendiamo, ora, in considerazione i dati ufficiali correlati alla Circoscrizione Estero; di cui alla Legge 459/2001. Gli aventi diritto al voto erano 5.633.656. Di cui 2.961.556 per la Camera dei Deputati e 2.672.100 per il Senato della Repubblica. Il meccanismo sempre quello del voto per corrispondenza. Il più arcaico in essere agli albori del Nuovo Millennio. Dopo una campagna elettorale senza storia, che in Patria abbiamo recepito solo a posteriori, i voti espressi per i Rappresentati alla Camera sono stati 1.043.518 e per il Senato 953.144. I conti sono presto fatti. Nelle ultime elezioni politiche 1.918.038 italiani non hanno spedito la loro scheda elettorale ( Camera dei Deputati) e 1.718.956 sono i voti mancanti per il Senato della Repubblica. Insomma, più del 60% degli elettori non hanno espresso il loro voto. Percentuale altissima; anche tenuto conto che si poteva votare senza neppure muoversi da casa. Ovviamente, non abbiamo preso in considerazione i voti mancanti per l’assenza d’accordi elettorali con i Paesi interessati. Ne consegue che i 18 Rappresentanti delle quattro Ripartizioni Geografiche nelle quali è suddivisa la Circoscrizione Elettorale Estero ha una rappresentatività politica di minoranza. La maggioranza ha preferito astenersi dal voto. Su quest’assioma, i numeri parlano chiaro e sono incontestabili. In pratica, non hanno votato 3.638.994 Connazionali oltre frontiera. Un numero assai elevato che, percentualmente, si posiziona al 60% degli aventi diritto. Diritto che, per motivi che non sappiamo, non è stato esercitato. Ora, tenuto conto di come sono ripartiti i Deputati e Senatori eletti all’estero, qualche riflessione sorge spontanea. Intanto, per ogni Ripartizione Geografica (4) spetta un deputato ed un senatore, mentre gli altri seggi ( per un totale di 8 deputati e 2 senatori) sono distribuiti tra le Ripartizioni Geografiche in proporzione al numero di cittadini italiani residenti. Ne consegue che solo 10 parlamentari sono eleggibili in forza del numero dei votanti. Gli altri 8, dato che ne spetta, per legge, due per ogni Ripartizione Geografica, è eletto anche con un numero di preferenze modesto. Ancor più modesto se si tiene conto che solo il 40% degli elettori oltre frontiera ha votato. Non tenendo conto delle schede bianche o nulle. L’anno prossimo, se non si riuscirà a varare una nuova legge elettorale, con coinvolgimenti costituzionali, il meccanismo del voto dall’estero resterò lo stesso. Arcaico, insicuro e demotivante. Ovviamente il ragionamento resta in piedi sia per il voto attivo sia per quello passivo. Ora ci chiediamo i motivi per i quali non si è intervenuti prima sulla legge 459/2001. Sono passati più di dieci anni dal suo varo. Le critiche non sono mai venute meno, eppure tutto è rimasto tale e quale. Tutto considerato, ci sentiremmo “puniti”, oltre ogni ragionevole presupposto, se si dovesse varare il voto”universale” nel 2018( Sempre che la prossima Legislatura duri i canonici 5 anni). Un tempo che gli elettori dall’estero non sono propensi ad accettare.

Giorgio Brignola

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