Giusto che il Papa ripeta le cose a uno Stato bambino

Repetita iuvant. Lo Stato è un po’ bambino, ed è giusto che il Papa gli ricordi innumerevoli volte che “è chiamato a riconoscere l'identità propria della famiglia, fondata sul matrimonio e aperta alla vita”, e che “è a servizio e a tutela della persona a cominciare dal diritto alla vita, di cui non può mai essere consentita la deliberata soppressione”. Ma non c’è speranza che un giorno dica qualcosa di nuovo? Non so, ad esempio, che lo Stato deve impedire che i ricchi diventino sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri? Oppure, non so, che lo Stato si adoperi con tutti i mezzi per impedire che le donne siano maltrattate è uccise dagli uomini? Non sarà stato colpito dalla notizia dell’altro giorno di quell’imbecille che anziché spararsi saggiamente subito un colpo alla tempia, ha ucciso prima una giovane donna davanti alla sua bambina di cinque anni? Oppure la preoccupazione del Papa è solo per la vita degli embrioni, e per le coppie sposate e aperte alla vita? A proposito: e se la sposa al momento del matrimonio non è più in età fertile? Famiglia imperfetta?

Veronica Tussi

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