ELEZIONI AL BUIO

Ora è quasi sicuro. Nel 2013, le elezioni politiche più discutibili di questa nostra Repubblica si terranno con la vecchia normativa sul voto. Gli italiani, almeno in teoria, dovranno tentare di rifondare un Parlamento “nuovo”, se non negli uomini, almeno negli intenti. Il voto dall’estero, dato che la Circoscrizione non muterà il suo ruolo, non cambierà assolutamente il destino della Penisola. Anche se il condizionale in politica è d’obbligo, non rimane il tempo per cambiamenti seri ed all’altezza delle attese. Nell’ipotesi che sarà impossibile trovare il “nuovo”, la grinta, però, non mancherà. Come a scrivere che non saranno in pochi a tentare la rimonta. Eppure, a ben osservare, la logica del potere dei partiti, almeno per come la conosciamo, non potrà avere buon gioco. Se s’intende, come si afferma, di voler realmente voltare pagina, il passato, anche quello non lontano, non dovrebbe più trovare una posizione nel nostro futuro. Ci sembra indispensabile auspicare una sorta di pulizia che dovrebbe essere promossa proprio da chi intende gestire il potere in un’Italia depressa dalla terapia Monti. E questo, già non sarebbe poco. Ma, a nostro avviso, non sarebbe ancora sufficiente. Il cambiamento dovrà, soprattutto, essere reale. Di ciò, invece, mancano ancora le concrete garanzie. Come sarà la Penisola dopo l’instaurazione della prossima Legislatura non è razionalmente prevedibile. L’impossibilità d’azzardare qualche proiezione è anche data dalla vergognosa mancanza di linee operative che facciano, già da ora, intravedere che razza d’Esecutivo potrà reggere il Paese in quelli che saranno, e di questo siamo sicuri, gli anni delle profonde trasformazioni socio/politiche del Bel Paese. Alle porte dell’estate, senza fare riferimento ai risultati delle recenti consultazioni amministrative, l’attendibilità dei nostri politici resta di basso livello. Se a ciò si somma la crisi economica che ci travaglia, il malessere che ne deriva risulta assai più tangibile. Il male oscuro d’Italia, quello che non trova giovamento nella terapia del Professore, è proprio la palese incoerenza politica e la poca onestà partitica. Coerenza ed onesta che sarebbero determinanti per ottenere una più solida fiducia nel futuro. L’attuale marasma istituzionale è un sintomo che non dovrebbe essere trascurato. Tutto considerato, per tentare d’evitare mali maggiori, basterebbero poche idee; ma chiare e realizzabili. E’ inutile, se non dannoso, pretendere la soluzione di problemi che dovremo portarci sulle “spalle” ancora per parecchi anni. I tempi, soprattutto quelli economici, non hanno l’elasticità che i politici pretenderebbero. Dopo il voto, il “nuovo” Parlamento avrà il titanico compito di dare fiducia ad un Esecutivo politico che non sarà, nella sua intima struttura, differente da quelli che lo hanno preceduto. Solo dopo quest’atto necessario, i tempi per riscrivere parte della nostra Costituzione torneranno ad essere percorribili. Dopo il “buio” del 213, potremo renderci conto di dove andrà l’Italia ed il Popolo italiano.

Giorgio Brignola

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