A proposito della recensione di Massimo Teodori del mio saggio “Nostra Signora di Lourdes”

Perché questa pessima abitudine di muovere critiche alle recensioni anziché al libro recensito, o perlomeno, senza averlo letto? E perché mai questa pessima abitudine di mettere in dubbio la competenza dell’autore sempre senza conoscere ciò che l’autore stesso ha scritto? Così fa un lettore su il Sole 24 Ore del 27 maggio, imitando Gianni Gennari (Avvenire del 16 maggio) che si è comportato nella stessa identica maniera. Secondo il lettore, il sottoscritto ha pubblicato diversi saggi “con l’obiettivo principale di smascherare gli imbrogli della Chiesa”. Niente di più falso! Il mio obiettivo è sempre stato di rilevare gli errori della Chiesa, nella speranza che possa rimediarvi (presunzione?). Mai stato contro la Chiesa (ci mancherebbe altro!), quindi, ma contro gli errori della Chiesa, quelli del passato, che del resto la Chiesa stessa ha pubblicamente riconosciuto, e quelli presenti che, ovviamente, la Chiesa si guarda bene dal riconoscere pubblicamente. Il lettore scrive ancora: “Di Pierri si dice che «argomenta in maniera inconfutabile l’inconsistenza delle apparizioni», ma non ci viene concesso neppure un esempio di tale inconfutabilità”. Caro lettore, di esempi è pieno zeppo il saggio, perché non se lo legge? Ha qualche timore? E ancora: “Il recensore riferisce poi che le apparizioni vengono fatte oggetto di «spregiudicate strumentalizzazioni ecclesiastiche», dimenticando la prudenza finanche eccessiva delle gerarchie in tali occasioni”. Ecco, caro lettore, il suo autore a suo parere senza autorevolezza, nel saggio dice qualcosa di interessante riguardo alla prudenza della Chiesa. Legga. Oppure ha qualche timore? Infine: “Ultima annotazione, che è in realtà quella che mi ha messo fin da subito in allarme sull’autorevolezza dell’autore: il dogma dell’Immacolata Concezione ha preceduto e non seguito le apparizioni di Lourdes”. Annotazione tale e quale a quella di Gianni Gennari. Ma vi pare? Vi pare che anche il più sprovveduto autore possa mettersi a scrivere un saggio sugli avvenimenti di Lourdes, e cadere in un errore così madornale? La vostra mente non è neppure stata sfiorata dal pensiero che potesse trattarsi di un lapsus del recensore? Nel saggio, caro lettore, se non avrà il timore (e temo che lo avrà) di leggerlo, troverà qualche considerazione interessante proprio su questa circostanza: che il dogma sia stato dichiarato prima e non dopo i fatti di Lourdes.

In ogni modo, spero di leggere critiche serie al mio saggio.

Renato Pierri

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