LE ILLUSIONI NON SONO SPERANZE

LE ILLUSIONI NON SONO SPERANZE

Nella Penisola la situazione socio/economica è ancora peggiorata. L’inflazione cresce. Non ci sono segnali che ci consentono di sperare in una relativa tranquillità sul fronte finanziario interno ed internazionale. Il Governo Monti, intanto, si prepara alla “manovra” per il prossimo autunno. L’ultimo di quest’Esecutivo “tecnico”. Intanto, i Partiti sembrano non aver ancora preso posizione per far fronte al giro di “boa” della tarda primavera 2013. In tutto il Paese si vive una realtà approssimata. L’aumento dei prezzi non è stato minimamente frenato dalla moneta unica. La stabilità dell’attuale Esecutivo, proprio per la sua atipicità, non ha rappresentato stimolo neppure ad una parvenza di ripresa. E’ dal 2005 che l’economia italiana era in fibrillazione. Ora rischia l’infarto. Chi sperava in tempi migliori, ha fatto male i suoi calcoli. L’instabilità politica è ancora alla ribalta. I Partiti si studiano, ma non sono in grado, o non vogliono, assumere posizioni che preannunciano programmi meno “compressi” di quelli voluti ed imposti dal Professore. Tra i nostri Parlamentari, non ce n’è neppure uno che “brilli” per coerenza. In questo Potere Legislativo della “non” sfiducia, è sparita la maggioranza, eletta dal popolo italiano, e l’Opposizione. Ormai, lo sgretolamento delle forze in campo è palese. L’atmosfera di “staticità”, evidentemente, continua ad offrirci ben poco. Però, si continua per la strada più difficile che non prevede sconti a nessuno. Ora la tensione si è trasferita: dal Palazzo, alle strade. L’insoddisfazione, in ogni caso, è percepibile dentro e fuori i poli del Potere. Ma noi che viviamo la politica in modo più epidermico, che strategico, non ci lasciamo raggirare dalle illusioni e dalle apparenze. Sviluppo economico e politica sono generati da una stessa matrice. Tentare, com’è stato fatto, di disgiungere i due capi di una stessa matassa potrebbe, ancora, riservarci amare sorprese. Meglio rimanere in posizione d’allerta. Navigare a vista, nello stile Berlusconiano, tanto per intenderci, potrebbe farci ritrovare nelle ”secche” di un’economia globale, almeno sulla carta, che non ci perdonerebbe altri errori di rotta. Per evitare possibili influenze, magari soggettive, ci siamo imposti di leggere i quotidiani ogni tre giorni; come, del resto di seguire i telegiornali di varia tendenza. Un sistema che ci ha permesso d’avere idee più chiare sul marasma che l’Italia affronta quotidianamente. In questi mesi d’interregno, presteremo attenzione ad ogni segnale di buona volontà da parte dei Politici che stanno abbandonando le macerie di questa Seconda Repubblica ed osserveremo, con spirito analitico, ogni segnale di cobelligeranza tra i Partiti che oggi ancora ci sono ma che, forse, nel 2013 potranno non esserci più. Siamo nell’attesa di studiare la bozza completa della nuova legge elettorale per tentare di superare gli scogli del “politichese”. Il momento è delicato. Le illusioni dovranno lasciare il posto alla speranza. Sarà difficile; ma non impossibile.

Giorgio Brignola

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