Iran resistenza
16 Maggio 2012
Sottocomitato Investigativo di Controllo del Comitato per le Relazioni Internazionali della Camera
ESTRATTO
Presidente (Dana Rohrabacher) … Nell’udienza tenutasi qui nel Distretto di Columbia l’8 Maggio, un avvocato del Dipartimento di Stato cercando di difendere la permanenza del MEK nella lista delle organizzazioni terroristiche ha affermato che Campo Ashraf non era mai stato perquisito dalle forze militari degli Stati Uniti. Ciò vorrebbe dire che il MEK potrebbe non aver rispettato la sua parte dell’accordo del 2003 in base al quale consegnò le armi in cambio della protezione degli Stati Uniti. La reazione a Campo Ashraf è stata che il MEK ha interrotto il trasferimento a Camp Liberty e richiede un’ispezione per provare che non sono armati. Se l’ispezione non avrà luogo se non quando Campo Ashraf sarà stato evacuato, false prove potranno essere piazzate nel campo ormai vuoto dalle autorità irachene o dagli agenti iraniani, perciò dovrebbe avere luogo ora mentre il campo è ancora nelle mani del MEK. Vorrei sapere se il Dipartimento di Stato ha compreso i possibili effetti dell’argomentazione del suo avvocato…
Rep. Poe: ….. Quattro anni fa il MEK ha presentato la sua richiesta al Dipartimento di Stato per la sua rimozione dalla lista delle organizzazioni terroristiche straniere. Sono due anni che la Corte di Appello del Distretto di Columbia ha sentenziato che il Dipartimento di Stato ha violato il diritto del MEK al giusto processo. E perciò dal 6 Giugno 2011, la palla è passata al Dipartimento di Stato. L’unica ragione che il Dipartimento di Stato ha per ignorare la legge, è che apparentemente sono troppo occupati con altre cose. L’ultima scusa è che il Segretario sta aspettando che Campo Ashraf chiuda. Mi chiedo che differenza possa fare. Ora udiamo una nuova scusa, che vi sono preoccupazioni del Dipartimento di Stato su presunte armi nel campo. Ma il 18 Giugno 2003, il Generale degli Stati Uniti Ray Odierno disse che il MEK era stato completamente disarmato, e cito testualmente: “E noi abbiamo preso tutte le armi leggere e l’equipaggiamento pesante”. Questo era un nostro stesso Generale dell’Esercito degli Stati Uniti che affermava di essere assolutamente sicuro che non c’erano armi a Campo Ashraf. E proprio ieri il Generale di Brigata degli Stati Uniti David Phillips ha detto di: “… aver perquisito sistematicamente ogni kilometro quadrato di quei 36 kilometri quadrati di strutture con le truppe americane e di non aver trovato nessuna arma”.
Quattro anni dopo il Dipartimento di Stato sta ancora negando il diritto al giusto processo del MEK. E’ giunta l’ora della decisione, il tempo per rimandare, rimandare, rimandare è finito. Nessuna pistola, nessun fucile, nessun bazooka, nessuna pistola ad aria compressa o catapulta è stata trovata a Campo Ashraf. Dove sono le armi che secondo loro esistono? Mi sembra che il Dipartimento di Stato stia facendo il gioco della politica dei mullah iraniani e del Primo Ministro Maliki. Lo Stato deve scegliere un cavallo e cavalcarlo. Speriamo che scelgano la parte dei cittadini di Campo Ashraf e Camp Liberty e non la parte dell’omino del deserto, Ahmadinejad.
Presidente: Il governo degli Stati Uniti contesta in qualche modo che non ci siano armi e non ci siano state armi a Campo Ashraf da quando è stato fatto l’accordo dai residenti, dal MEK nel 2003?
Amb. Fried: Sig. Presidente, questa questione, la questione di Campo Ashraf e dell’ispezione, è venuta fuori, come lei ha detto all’inizio e come ha detto credo il Giudice Poe, nel corso di una discussione in aula, nella corte del Distretto di Columbia, una corte federale, e siccome è venuta fuori nel corso di un processo in corso, io devo essere estremamente cauto nell’addentrarmi in quest’ambito. Sono a conoscenza del fatto che il Dipartimento di Giustizia ha inviato una lettera alla corte, che è stata messa agli atti e credo sia perciò disponibile, che risponde ad alcune delle questioni che sono state sollevate ed è mia opinione che in quella lettera si affronti la questione che lei ha appena posto.
Presidente: Quindi lei dovrebbe essere totalmente in grado di dirci di cosa si tratta.
Amb. Fried: Si, ehm, …. io penso di aver capito che alcune delle questioni che sono state sollevate recentemente in conseguenza di questi procedimenti legali, siano infondate. Il mio governo e questa amministrazione sono determinati ad andare avanti… La collaborazione dei residenti di Ashraf ci ha portati – e la collaborazione del governo iracheno con il MOU – ci ha portati fin qui. …. Io non so come sia venuta fuori questa questione e perché…
Presidente: Beh poniamola in un altro modo allora. Io voglio che sia molto cauto perché questo è molto importante e voglio che presti attenzione a ogni parola che dice. Siamo convinti che non c’erano armi a Campo Ashraf dopo l’accordo del 2003 e da allora fino ad oggi?
Amb. Fried: Non sono al corrente …
Presidente: Okay, ma quello che le ho appena riferito era nella testimonianza del Generale di ieri? Era proprio quello? Ed io ritengo che il Generale abbia testimoniato che non c’erano armi e lui era il nostro uomo laggiù, perciò se lui [risate] è disposto a testimoniarlo, o non sta testimoniando informandoci su questo; lui lo ha testimoniato ieri e io credo sotto giuramento. Lei non può dare una risposta basandosi su un generale di brigata che era incaricato del campo, riconoscendo questo?
Amb. Fried: Ritengo che il Dipartimento della Difesa, che conosce questa questione come il Dipartimento di Stato non può, avesse valutato che il campo fosse stato ampiamente disarmato e non avesse equipaggiamento pesante a quell’epoca. Ora il mio mandato non è di andare indietro e rivedere i rapporti di quegli anni. Il mandato del mio ufficio è di andare avanti e la mia speranza è che i convogli rimanenti possano trasferirsi al più presto.
Rep. Poe: … Che lei sappia il Dipartimento di Stato ha mai chiesto di perquisire Campo Ashraf?
Amb. Fried: Non durante il periodo in cui sono stato responsabile di questo incarico ed io ho una buona e diretta conoscenza di ciò che è accaduro da quando ricopro questo incarico, ricopro il mio attuale incarico dallo scorso Novembre.
Rep. Poe: C’è qualcosa che impedisce al Dipartimento di Stato di perquisire Campo Ashraf a parte il governo iracheno che vi dice se potete o non potete?
Amb. Fried: Beh, è un problema pratico. Campo Ashraf non è, non è nostro territorio sovrano.
Rep. Poe: E’ al corrente che nell’Aprile del 2009 il governo iracheno ha perquisito Campo Ashraf con i cani e che poi ha firmato un documento che diceva che non c’erano armi, non c’erano munizioni. E’ al corrente di questo?
Amb. Fried: L’ho sentito.
Rep. Poe: Mi sembra che la presenza del MEK nella lista delle organizzazioni terroristiche straniere sia un fattore che rende i paesi esitanti nell’accogliere questi residenti sebbene alcuni paesi europei abbiano tolto il MEK dalle loro liste. Io penso che se li toglieste dalla lista avreste più, molta più collaborazione da parte dei paesi terzi per accogliere questi individui. Lei ha parlato nella sua testimonianza, e concludo, ha parlato nella sua testimonianza delle condizioni di vita. Dato che ne abbiamo parlato l’ultima volta alcuni, Rudy Giuliani per esempio, hanno detto che Camp Liberty aveva le condizioni di un campo di concentramento e noi stiamo dirigendo questo processo ulteriormente in quella direzione. Sta prendendo più tempo di quanto chiunque si aspetti portare i residenti di Campo Ashraf a Camp Liberty e poi in qualche altro posto nel mondo. Che tipo di scadenza sta dando il governo iracheno, vista la durata dell’intero processo, e come si ripercuoterà questo sulle condizioni di vita della gente a Camp Liberty?
Amb. Fried: Il governo iracheno ha suggerito che finché questo processo andrà avanti, cioè che i convogli vengono trasferiti da Ashraf a Camp Hurriya e quindi andrà avanti la procedura dell’UNHCR per il trasferimento delle persone, si spera fuori da Camp Hurriya, e dovrei aggiungere che ne sono rimasti pochi, fintanto che il processo andrà avanti si parlerà sempre meno di scadenza. Questa è una buona cosa. Nel frattempo, ci sono delle questioni legittime sulle condizioni di vita che devono essere affrontate: l’acqua, il sistema fognario, l’elettricità, questo tipo di cose; le strutture per i disabili. E in questo bisogna che si facciano dei progressi perché fintanto che i residenti si trovano lì, per tutto il tempo che saranno lì, le condizioni di vita devono essere buone e devono essere stabili.
Rep. Sherman: … Ora durante quel procedimento, l’avvocato del Dipartimento di Stato ha detto che il MEK non permise un’ispezione; che non permisero una perquisizione porta a porta alla ricerca di casse di armi o un vero disarmo porta a porta. Allora, una lettera venne firmata dai soldati realmente coinvolti in quei tentativi di ricerca, il Generale di Brigata, il Colonnello e il Tenente Colonnello, tutti hanno fondamentalmente affermato che l’avvocato del Dipartimento di Stato ha mentito alla corte. Il Dipartimento di Stato si è attivato per assicurarsi che la corte fosse stata avvisata che questo avvocato, che non aveva conoscenza diretta di ciò che avvenne realmente a Campo Ashraf, avrebbe rilasciato delle dichiarazioni alla corte che potevano fuorviare la corte sui reali eventi?
Amb. Fried: Signore questa è una questione che riguarda un procedimento in corso e quindi devo essere molto cauto. Ho detto prima in risposta ad una domanda simile che per quanto è di mia conoscenza il Dipartimento di Giustizia ha inviato una lettera alla corte rispondendo ad alcune domande. Ritengo che questa lettera sia stata messa agli atti e sia disponibile ma poiché si tratta di un procedimento in corso devo contenermi e non andare oltre.
Rep. Sherman: Lei dissente dai tre ufficiali coinvolti che in effetti una adeguata ricerca porta a porta delle armi sia stata effettivamente condotta a Campo Ashraf?
Amb. Fried: Anche in questo caso, credo che nella lettera del Dipartimento di Giustizia si affrontino queste questioni e poiché, Signore io mi trovo in una posizione scomoda, questo è un procedimento in corso. Si sta svolgendo in una corte federale e perciò il mio mandato è di cercare di portare le persone in sicurezza fuori da Campo Ashraf verso Camp Hurriya e fuori dall’Iraq. Questo è il mio lavoro e io spero che la lettera del Dipartimento di Giustizia possa chiarire tutto.
Rep. Sherman: Quindi il suo scopo ultimo è di portarli fuori dall’Iraq. Questa risistemazione è facilitata dalla designazione del MEK come organizzazione terroristica straniera? O viene impedita da una tale designazione?
Amb. Fried: La decisione del Segretario di Stato sulla designazione verrà presa sulla base dei fatti e della legge, non sulle mie considerazioni.
Rep. Sherman: E io non le ho chiesto cosa farà o cosa dovrebbe fare, le ho solo chiesto se l’attuale situazione impedisce lei e il suo scopo dichiarato? Voglio dire, ci possono essere altre ragioni per cui questa designazione è stata mantenuta ma, fintanto che verrà mantenuta, impedirà a lei di raggiungere il suo scopo?
Amb. Fried: Io devo lavorare con questa designazione fintanto che esisterà.
Rep. Sherman: C’è qualcosa nella legge che dice che lei debba collaborare ad un trasferimento in ciò che potrebbe molto tranquillamente essere un piano del governo iracheno per un campo di sterminio, per non essere più designati come una organizzazione terroristica? Io ho letto la legge e non c’è nulla. Voglio dire, ci sono molte organizzazioni nel mondo che non stanno collaborando al loro trasferimento e neanche noi, questo non è un fattore contenuto nella legge, almeno nel designare una organizzazione come organizzazione terroristica straniera….
Amb. Fried: Anche qui, la questione che lei ha sollevato è molto simile alle questioni che si stanno discutendo in questo momento, quindi devo fare un passo indietro, non è proprio nella mia natura fare questo, ma mi viene richiesto che io faccia un passo indietro perché è un procedimento in corso.
Rep. Sherman: Beh, è un procedimento in corso dato che la corte è stata ingannata dall’avvocato del Dipartimento di Stato. E’ un procedimento in corso dato che il Dipartimento di Stato sembra stia usando la designazione di organizzazione terroristica allo scopo di sollecitare dei cambiamenti politici che nulla hanno a che fare con il fatto che il MEK sia una organizzazione terroristica o no. E lei non lo ammetterà ufficialmente ma di sicuro non ha ribattuto alla mia affermazione sul fatto che questa designazione del MEK compromette i suoi sforzi di riuscire a risistemare queste persone fuori dall’Iraq. E se lei ha un’argomentazione che confuti questa conclusione le do’ la possibilità di… e non la vedo afferrare il microfono perciò andrò avanti, a meno che lei non voglia afferrare il microfono.
Amb. Fried: Io non ribatterò a questa asserzione ma dirò che gli sforzi di tutti quelli che vogliono vedere i residenti di Ashraf salvi, al sicuro e fuori dall’Iraq, questo sforzo sarà potenziato e sviluppato se lavoreremo insieme per far sì che questo processo vada avanti come è
andato avanti da Dicembre.
Rep. Sherman: Il Presidente è stato molto generoso e io concluderò dicendo che non è per niente chiaro che questo trasferimento non sia un primo passo del governo iracheno verso delle esecuzioni di massa …. E mi lasci dire, che sarà estremamente difficile per il ministro dell’immigrazione di qualunque democrazia ammettere qualunque persona di questo campo fintanto che questa, fintanto che questa organizzazione è designata dai grandi Stati Uniti come una organizzazione terroristica.
Presidente: … Penso che il nostro Dipartimento di Stato sia eccessivamente sensibile ai sentimenti dei regimi assassini che sono ora al potere in Iraq e Iran. E dico regimi assassini perché sono stato buttato fuori dall’Iraq insieme alla mia delegazione del Congresso dopo aver menzionato gli assassinii di Campo Ashraf al Presidente Maliki, che non ha voluto neanche sentirne parlare. Io credo che ignorare il massacro di persone innocenti non rende le cose migliori quando hai a che fare con regimi come quello dell’Iraq e dell’Iran. C’è stato un ignobile accordo a un certo punto con il regime dei mullah in Iran per cui noi non avremmo approggiato gli oppositori del regime. …. C’è stata un qualche tipo di intesa raggiunta con i mullah e naturalmente ora, parte di quell’intesa potrebbe tranquillamente essere che noi non avremmo appoggiato il MEK in nessun modo, dato che i mullah li vedono come altamente simbolici per il popolo che sta resistendo alla loro dittatura. Se davvero è stato stipulato un tale accordo, che qualcuno sta cercando di far rispettare mentre salva le vite della gente del MEK, era un accordo disonorevole con cui cominciare e io so quanto sia difficile a questo punto cercare di salvare le vite di queste persone e mantenere ancora quell’accordo se i mullah guardano al MEK come fanno, come agli oppositori del regime. ….
Quello che capisco dalla sua testimonianza, è che le persone di Campo Ashraf che sono ancora là hanno detto che non vogliono andarsene a meno che non ci sia un’ispezione per verificare che non ci sia alcuna arma. Ora, per quale ragione al mondo che lei sappia qualcuno, in quella situazione farebbe questa richiesta? Beh, io penso che sia assolutamente razionale, e forse lei può dirmi dov’è che mi sbaglio, ma noi abbiamo una situazione in cui, beh prima di tutto: una volta che se ne fossero andati, chi verificherebbe che non ci sono armi, dovrebbero essere gli iracheni o gli iraniani a verificarlo, cosa che naturalmente sarebbe inaccettabile. Voglio dire, non si potrebbe credere a qualunque cosa dicessero. Potrebbero benissimo piazzare loro le armi.
L’altra cosa è che i residenti di Campo Ashraf ricordano molto bene quando il nostro governo fece un accordo per proteggerli e ricordano molto bene che alle nostre truppe fu chiesto di ritirarsi e abbandonare la zona proprio prima del terribile attacco delle truppe irachene, nel quale si sono avute persone innocenti massacrate, più di 30-35 persone furono assassinate, 300 furono ferite e le nostre truppe si ritirarono proprio prima quell’attacco. Ora, forse questo è come erodere la capacità delle persone di fidarsi di noi, che noi faremo la cosa giusta e forse allora è questa la ragione per cui vogliono essere sicuri che ciò venga verificato mentre hanno ancora la possibilità di farlo. E per inciso, a questo sottocomitato è stato negato il permesso di investigare sul quell’incidente. Ci è stata negata la possibilità. Questo è il Sottocomitato Investigativo e di Controllo a cui è stato negato il diritto di investigare su questo massacro di persone che erano sotto la protezione del governo degli Stati Uniti.