Ballottaggi: Pizzarotti vince a Parma ed è sindaco a 5 stelle. Bersani: “Abbiamo vinto noi”. Flop di Lega e Pdl
Il candidato grillino Federico Pizzarotti è il nuovo sindaco di Parma con il 60,23% delle preferenze, Marco Doria del centrosinistra ha vinto su Enrico Musso del Terzo Polo a Genova, dove ha trionfato l'astensionismo, e Leoluca Orlando è stato eletto per la quarta volta a Palermo. Il sindaco del capoluogo siciliano non ha festeggiato la vittoria, in “rispetto alle vittime di Brindisi e del terremoto” ma ha lanciato un messaggio ai partiti: “Capiscano la lezione che viene da Palermo o non andremo da nessuna parte. La mia candidatura è apparsa una risposta all'antipolitica”. Bene il centrosinistra che si impone a L'Aquila, Como, Cuneo, Asti, Alessandria, Taranto, Piacenza, Isernia e Rieti.
La soddisfazione dei vincitori – Nel corso di queste elezioni amministrative, tra primo e secondo turno, il centrosinistra, nelle sue varie composizioni, complessivamente ha vinto in 15 capoluoghi di provincia su 26. Soddisfazione è stata espressa dal segretario del Pd, Pierluigi Bersani: “Abbiamo vinto, non ci ruberanno la vittoria”. L'Udc elegge i propri candidati a Cuneo ed Agrigento. Il Movimento 5 stelle conquista anche a Comacchio, Sarego e Mira. Beppe Grillo esulta via twitter: “Dopo Stalingrado ora ci aspetta Berlino”. Dura sconfitta per la Lega che perde sette ballottaggi su sette. Semplice l'analisi della disfatta da parte del leader in pectore Maroni: “Pagato prezzo altissimo per vicende giudiziarie”. Il Pdl vince a Trapani e Frosinone ma nel complesso il risultato è deludente. ll segretario del Popolo delle libertà Angelino Alfano ha affermato che lavorerà “per dare una nuova offerta politica” agli elettori del centro destra. Scarsa l’affluenza. Il numero dei votanti è stato pari al 51,38% in calo di quasi 14 punti percentuali rispetto al primo turno.Trionfo del Movimento 5 Stelle – “Sarà un trionfo”, aveva pronosticato Beppe Grillo. Detto fatto, ora il sindaco di Parma è il grillino Federico Pizzarotti, 39 anni, project manager informatico in una banca. Per molti era impensabile, anche per la campagna elettorale “a basso costo” e dopo 14 anni di giunte di centrodestra, l'ultima travolta da scandali e inchieste. Pizzarotti ha sconfitto con il 60,23% il candidato Pd, Vincenzo Bernazzoli (avanti al primo turno con il 39,2% con il grillino al 19,9), sostenuto dal centrosinistra. Politico di lungo corso e attuale presidente della Provincia, si pensava che avesse la strada spianata con il comune commissariato per i buchi di bilancio provocati dal centrodestra, ma da domani, lo ha già detto, tornerà a lavorare in Provincia. Nel Pd è resa dei conti e il segretario provinciale, Roberto Garbi, paga subito con le dimissioni. Il neo sindaco Pizzarotti tende a tenere il proprio successo sul piano locale, con i suoi 19 consiglieri comunali su 32 e i problemi del debito comunale e dell'inceneritore avversato (per lo stop ai lavori ci sono penali da pagare). Per questo risultato, oltre a Grillo, si era speso ufficiosamente più di un esponente Pdl, in funzione anti Pd. Ma è un risultato che, comunque, proietta ancora di più il Movimento 5 Stelle verso le elezioni politiche del 2013, sospinto dal vento anti-casta. L'esito dei cinque 'referendum', come li aveva chiamati Beppe Grillo, dà ora al M5S i sindaci di Comacchio (Ferrara), Mira (Venezia) e soprattutto Parma. Dopo Sarego (Vicenza), vinto al primo turno. Età media 31 anni e sei mesi, con Pizzarotti il più 'vecchio'. Insomma, conquistata Stalingrado-Parma, ora Beppe Grillo si aspetta Berlino-Roma. Il programma di Pizzarotti – A Parma intanto cambiano le istituzioni, almeno secondo il programma di Pizzarotti: referendum propositivo senza quorum, bilancio comunale partecipato, consulta di associazioni e comitati, sedute aperte del Consiglio comunale e tutto sul web, dove i cittadini saranno chiamati direttamente a esprimersi. Per la sua squadra, Pizzarotti ha fatto una consultazione in rete. Arrivati circa 150 curriculum, gli assessori sono tutti da scegliere, ma on line ecco tre “consiglieri del sindaco”, gratuiti: Loretta Napoleoni per l'economia partecipata; Maurizio Pallante che ha già lavorato al Piano energetico di Reggio Emilia; Pierluigi Paoletti, analista finanziario e presidente di Arcipelago Scec che si occupa di economie locali sociali. Poi, Fabio Salviato, co-fondatore e già presidente di Banca Etica, le indiscrezioni lo danno già assessore al Bilancio; e tra i consulenti, forse, l'urbanista dello stop al consumo di suolo, Paolo Berdini, già segretario generale dell'Inu; per la gestione dei rifiuti Raphael Rossi, già presidente di Asia a Napoli e di Amiat a Torino dove ha 'rifiutato tangenti' e ha 'denunciato i corruttori', come scrive Pizzarotti sul sito. Nulla di tutto questo è facile e il neo sindaco è alla sua prima esperienza politica, cosa che non smettono di ripetere i suoi detrattori. Ma lui annuncia già: “Parleremo con tutti”.
Bersani rivendica la vittoria delle elezioni – Nella prima analisi del voto nelle grandi città, salta all'occhio un messaggio “antisistema”. Trionfano candidati espressioni di forze fuori dalla maggioranza che sostiene il governo: dal grillino Federico Pizzarotti al già sindaco Dc Leoluca Orlando sostenuto da Idv Sel ed ecologisti. A Genova il centrosinistra vince con Marco Doria e mentre Beppe Grillo già punta alle politiche, il segretario del Pd Pierluigi Bersani riflette sulla sconfitta a Parma e fa parlare i numeri. “Di 177 comuni sotto i 15 mila abitanti – conteggia – abbiamo vinto in 92. Questi sono i fatti: abbiamo vinto senza se e senza ma le elezioni amministrative del 2012. E non sarà consentito a nessuno il simpatico tentativo di rubarci la vittoria”. I numeri dicono anche che sono 16 i comuni che vanno alla coalizione di centrosinistra (più Palermo dove stravince Orlando) e passano dal Pdl al centrosinistra 11 comuni, tra cui città come Monza, Como, Asti, Rieti, Alessandria, Lucca, Brindisi. Nel Pd si levano però anche voci che chiedono cambiamento, come quella di Matteo Renzi, sindaco 'rottamatore' di Firenze, per il quale “vivono nell'iperuranio o su Marte” quelli che parlano di una stravittoria del Pd.
Debacle del Pdl – Chi non nasconde affatto la debacle è il Pdl: nessuno degli esponenti di vertice si sogna di negare o minimizzare la sconfitta. A partire dal segretario Angelino Alfano, che immediatamente comprende il dato del voto e anche la scelta degli elettori moderati di non andare a sinistra ma di astenersi. “Il loro messaggio e fortissimo: chiedono una nuova offerta politica – riflette -. Siamo determinati a offrirla a loro e al Paese”. Sono in molti (da Lupi a La Russa, da Alemanno a Napoli) a sperare non in un semplice restyling ma in un nuovo progetto, con nomi e volti diversi, magari nell'inedita alleanza con Casini e Montezemolo.
Affonda la Lega – Anche la Lega fa filotto al contrario e non lo nasconde. Il Carroccio perde 7 ballottaggi su 7. “Con questa sconfitta – ammette Roberto Maroni – si chiude la traversata nel deserto. Abbiamo pagato un prezzo altissimo agli scandali. Ora si apre la fase dei congressi”.
Terzo Polo irrilevante – Il Terzo Polo conferma la sua irrilevanza, anche se il leader Udc Pier Ferdinando Casini su Twitter attacca lo “scandaloso” Tg1 per aver taciuto le vittorie a Cuneo ed Agrigento. E' il segretario Lorenzo Cesa a spiegare che, dopo aver “smantellato” il Terzo Polo, ora l'Udc non guarda “né a destra né a sinistra ma lavora per ricostruire il centro moderato”, con un grande progetto che lo stesso Casini annuncerà in Luglio.
Astensionismo choc – Ma è l'astensionismo choc l'altro dato eclatante di questo secondo turno, che si svolge in un clima singolare per il Paese, con le immagini della dirette tv sulle amministrative sovrapposte a quelle del terremoto in Emilia e del funerale della sedicenne Melissa Bassi a Brindisi, dove la democrazia è sotto attacco ed arriva lo Stato, con molti ministri ed il premier Mario Monti dal volto indicibilmente triste.22 maggio 2012Redazione Tiscali