FACENDO IL CALCOLO DELLA SERVA, NON QUELLO DI TREMONTI O DI PASSERA, VA SUBITO VIA LA VOGLIA DI RIDERE…

In Italia, più che il popolo, è sovrana l’incoscienza: unica giustificazione è che non c’è più voglia di pensare in quanto mancano soldi, lavoro, giustizia e concordia sociale. E vengo al succo di una riflessione sull’attuale debito pubblico.

In veste di una qualunque “siora Maria”, ho dato una scorsa al libretto della spesa, ossia alle entrate ed uscite, ai debiti e crediti, e mi sono accorto di essere indebitato per la cifra pazzesca di circa 1.900.000.000.000 di euro, in itinere per 2.000.000.000.000.

Da persona che ha molta paura dei debiti ho riflettuto, al posto di chi ci governa, sulle potenziali eventualità volte a ripianare questo debito, ma ho scoperto di avere le tasche vuote e che, se voglio campare, devo far ricorso ancora al debito, aumentando quello già esistente, essendo privo di entrate.

Fatti alcuni semplici calcoli, sconsolato, mi sono reso subito conto che non solo mi è impossibile ripianare questa cifra, ma che addirittura sono e sarò costretto ad appesantirla di 2-3 punti di PIL, considerato che non cresco finanziariamente e non ho pertanto nessuna entrata che mi permetta di far fronte agli impegni assunti. Ed allora ? Dato che la matematica non è un opinione, ho pensato di pagare a rate, per cui ho diviso 1.900.000.000.000 di Euro per 16.000.000.000 di Euro (cifra che equivale all’incirca un punto di PIL ed il risultato ottenuto è stato il quoziente 119.) Ma contemporaneamente – ahimè – ho fatto un’altra scoperta: per ripianare totalmente il debito di 1.900.000.000.000 euro che sta strozzando l’Italia, sarebbe necessario che il paese crescesse in misura vicina al predetto quoziente di 119 punti, ma questa sarebbe fanta-economia.

Allo stato attuale invece la crescita è sotto zero, anzi di 2-3 punti sotto il Pil, per cui è evidente che detto debito non potrà mai essere ripianato.

Anche mettendoci tutta la buona volontà, ove volessimo ripianarlo parzialmente, diciamo per esempio di una … rata annuale , calcolata sulla crescita di ipotetici 10 punti di PIL, pari a 160.000.000.000 di Euro (16 mldi equivalenti ad un punto di Pil moltiplicato per 10 punti) il debito verrebbe ridotto a soli 1.740.000.000.000 di Euro. Il che starebbe a significare che, ipotizzando crescite PIL diverse fra loro, come da calcoli immaginari testé abbozzati, si potrebbe arrivare a tempi tecnici di rimborso che avrebbero a che fare con 50-100-110 anni, a condizione però che ci sia almeno un minimo di crescita che ora non c’è e non si vede minimamente all’orizzonte, anzi !

Immaginiamo che il PIL ritorni con segno positivo :

– se c’è crescita e si dirottano 10 punti di PIL per pagare il debito, evento che è mera utopia, ci vorrebbero 11-12 anni per pagarlo;

– se c’è crescita e si dirottano 2 punti di PIL ci vorrebbero 55 anni per pagarlo;

– se c’è crescita e si dirotta un solo punto, ci vorrebbero 110 anni per pagarlo, eventi tutti che per il momento appaiono totalmente irrealizzabili essendo l’Italia in decrescita di 2-3 punti di PIL.

Qualche giorno fa, Giuliano Amato ha detto che “un’ipotetica crescita del PIL di 2 punti avrebbe solo lo scopo di dare una sensazione di inversione di tendenza…ma per il momento non si dischiude nulla che faccia ben sperare”…. se lo dice lui…

Purtroppo oggi siamo in forte recessione ed all’orizzonte non si vedono schiarite, per cui il nostro debito sovrano dovrà necessariamente aumentare. Ma siccome tutto dovrà avere una fine, ad un certo punto i creditori dovranno dire “basta” e la musica finirà con la totale insolvenza dello Stato.

Questo è il quadro che vedo oggi e, purtroppo, non ne vedo di migliori.

Detto questo, Ve la sentireste di riproporre le stesse facce di quei politici che ci hanno portato a questo disastro ? Che, a mio avviso sono quasi tutti, fatte salve pochissime eccezioni ?

ARNALDO DE PORTI

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