Domanda: Come intervengono le autorità  italiane se i connazionali all’ estero vengono sprovvisti dei loro diritti ?

Risposta: Se ne infischiano !

Egregio Direttore,

in allegato Le invio un' articolo su quello che sta attualmente capitando agli emigranti italiani danneggiati dall' INCA/ CGIL di Zurigo. I loro diritti vengono calpestati proprio da quelle istituzioni che dovrebbero tutelarli.

Ringrazio per ogni gentile pubblicazione

CDF

Marco Tommasini

marco.tommasini@axa-winterthur.ch

Antecedente:
Insieme a 4 pensionati vittime dell’ INCA dopo avere chiesto all’ impiegato di Zurigo il 15 marzo 2012 l’assistenza prevista dalla costituzione italiana e dalla legge 152/ 2001 ne siamo stati allontanati con la forza. In più siamo stati intimiditi di denuncia in caso ci fossimo avvicinati ad un qualsiasi patronato INCA in Svizzera.
Per questo loro comportamento anticostituzionale abbiamo chiesto l’ intervento del Consolato e del Comites di Zurigo sempre previsto dalle loro mansioni. La risposta del Console fu immediata che non può fare niente. Quella del presidente del Comites era quella di aspettare la prossima loro riunione plenaria e che la tematica sarebbe stata posta in prima fila nell’ordine del giorno. In più il presidente del Comites avrebbe chiesto un’ intervento all’ On. Gianni Farina della circoscrizione estero. Purtroppo mi è stato riferito che il deputato non può fare niente per salvaguardare i diritti calpestati agli italiani residenti a Zurigo da un patronato italiano di cui lui era presidente in Francia.

il plenum del Comites di Zurigo si è riunito giovedì 26, aprile 2012 e insieme a 4 altri connazionali vittime dell’ INCA eravamo presenti anche noi. Di seguito un breve riassunto della riunione.

Riunione plenaria del COMITES di Zurigo il 26. Aprile 2012

Partecipanti
COMITES: Paolo da Costa (Presidente), Luciano Alban, Antonio Putrino, Pietro Panico, Giangi Cretti (presidente FUSIE), Alfredo Marra, Antonietta D’Acunto (collaboratrice INCA di Zurigo e revisore del patronato durante le frodi)
Consolato: Mario Fridegotto
CDF: Marco Tommasini e quattro vittime INCA
Altri presenti: Maria Bernasconi (direttrice di “Laltritalia”) e Santo Salamone ( editore di “La Pagina”).

Sull’ ordine del giorno la tematica del nostro sopruso è stata integrato alla fine sotto “varie”.

Siamo pazientemente seduti ascoltando oltre due ore le discussioni tra i membri Comites sui sussidi per la stampa d’emigrazione e su una riunione Intercomites svolta apparentemente non conforme alle loro attese. Siamo stufi, ma ancora di più delusi per le discussioni che lasciano trasparire una totale mancanza di quel spirito che contrassegnava gli emigranti di parecchi anni fa pieni di umanità e rispetto verso il prossimo. Quando siamo in procinto di partire anzitempo il presidente Comites ci chiede di pazientare che la nostra richiesta verrà trattata. Un membro COMITES deve partire perché parte l’ ultimo treno verso casa sua.

Il presidente del Comites premette che durante la serata la truffa non sia messa in relazione al patronato INCA ma solo a Giacchetta e presenta l’ articolo uscito su un quindicinale elvetico che tratta il primo caso di un danneggiato INCA a cui il tribunale federale di Berna ha dato ragione qualche giorno prima contro una cassa pensione. Si tratta proprio di mio Padre e per questo prendo la parola e spiego che la redazione elvetica al contrario delle autorità italiane si sono prese cura degli emigranti italiani malgrado sia stata un’ente italiana che li abbia messi nella tragica situazione in cui sono sprofondati. Poiché i giornalisti elvetici non masticano la lingua italiana e manco ancora sanno cosa siano i patronati hanno incaricato a proprie spese di intervenire proprio contro le loro casse pensioni.
Rimane che le autorità italiane, tra le quali il Comites ed il Consolato, non hanno dimostrato la minima volontà di intervenire in sostegno dei cittadini italiani. Chiedo a questo punto al presidente del Comites di trattare finalmente l’evento vergognoso ossia che dei connazionali si siano rivolti al patronato INCA per chiedere assistenza ma questo nega loro il diritto costituzionale e li allontana addirittura con la forza.

I membri Comites dimostrano di non essere preparati e comunicano che non sono a conoscenza dei fatti. Il presidente si riferisce allora alla lettera che ha ricevuto dall’INCA ed evidenzia che i connazionali messi alla porta abbiano occupato con estrema aggressività l’ufficio INCA. Chiedo copia del comunicato e chiedo come mai i documenti messi a disposizione del COMITES dal CDF un mese fa non siano stati presi in considerazione. Il presidente fa parte del quadro del PD in Svizzera ed è difficile immaginare che si possa mettere contro l’ INCA. Per rompere l’ imbarazzo il Comites decide allora che prima di dare una valutazione si devono ascoltare le parti. Realizzo che se non fossimo stati presenti alla riunione l’ INCA l’ avrebbe fatta da padrone senza che nessuno avesse preso le parti di noi emigranti umiliati. Il Comites di Zurigo si dimostra di non stare al di sopra le parti e di non essere l’ istituzione democratica che ogni cittadino si aspetta.

Rendo nota la mia meraviglia che proprio il Comites è l’ organo che dovrebbe tutelare il connazionale residente nella circoscrizione e dovrebbe fare da tramite col consolato. Ma né il Comites e né il Consolato sono ancora intervenuti sui fatti gravi di abuso di potere da parte dell’ INCA. Il presidente si lascia trascinare dall’ emozione e tra urla ed imprecazioni ci sentiamo dire che il Comites ha aiutato e di più non può fare e che noi siamo degli ingrati. Osservo il Console che durante tutto il tempo non ha preso la parola e tuttora rimane in silenzio con la testa abbassata.

Eravamo pronti a tutto ma non a queste umiliazioni. Lasciamo l’assemblea plenaria chiedendoci con quale diritto questo Comites si dichiara rappresentante della comunità italiana.

Morale della storia: A chi dovremmo ancora rivolgerci per chiedere giustizia? Abbiamo scritto tra tanti anche al governo italiano, al presidente Giorgio Napolitano, a tutte le grandi testate italiane senza mai ricevere risposta. Abbiamo inoltrato varie denuncie alla procura di Roma senza mai ricevere risposta.

In conclusione chiedo se esiste ancora uno Stato legale Italiano ? Se esistano ancore delle autorità che rappresentano i cittadini italiani ?
Il filosofo inglese Hobbes disse che lo Stato legale è principalmente un compromesso tra i cittadini per proteggersi tra di loro in modo che non si devono più guardarsi le spalle dal ricevere mazzate sulla testa ma possano vivere in serenità e tranquillità. Se pero viene a mancare la protezione e lo Stato non è più in grado di assicurarla allora, secondo Hobbes, il cittadino ha tutti i diritti di sciogliere il contratto che lo legga allo Stato ed è legittimato a riprendersi la libertà di difendersi con i propri mezzi.

Il Comites e il Consolato di Zurigo hanno dichiarato ufficialmente di non essere in grato di tutelare i connazionali all’ estero. A questo punto chiedo alle autorità di Roma di farci sapere se lo Stato Italiano consente ai connazionali residenti a Zurigo di sotterrare l’ascia di guerra per autodifendersi. Ci adegueremo di conseguenza.

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: