RECESSIONE

Crescita socio/economica “zero”, almeno per il corrente anno. Picco in negativo sul fronte occupazione e degli investimenti. Tutto questo succedesi d’eventi ha un nome: Recessione. Termine che dovrebbe preoccupare di più di quanto appare. La situazione italiana è differente da quella di tutti gli altri stati UE. Il Capo del Governo non rappresenta una maggioranza parlamentare qualificata, i Ministri non fanno parte del vivaio politico dal quale si pescava per il passato. Uomini e nomi sono, per lo più, sconosciuti alla maggioranza dei cittadini coinvolti nell’impegno impositivo più terribile di questo Secolo. I partiti, causa originaria dei mali più devastanti di casa nostra, non si sono ridimensionati; anzi sono aumentati nel numero tramite la frantumazione di quelle formazioni politiche, già purgate, con le quali avevamo salutato il XXI Secolo ed il Nuovo Millennio. Il trasformismo, per questioni logistiche, è tornato alla ribalta e visi “noti” si sono presi l’onere di fondare partiti “nuovi”. Nuovi nelle sigle, ma non nei programmi che, spesso, si riducono al “motto” di presentazione dei Leaders che li rappresentano e che, per il passato, avevano altra famiglia ed altra posizione parlamentare. Fuori Palazzo, c’è una Penisola che soffre l’incertezza del futuro e, forse, rimpiange l’ingenuità del precedente. In Europa, siamo ancora il fanalino di coda dell’UE e chi ci rappresenta non è nelle condizioni d’offrire di più di quanto può, effettivamente, dare. I provvedimenti finanziari 2013, meglio noti come “Dieta Monti”. Sono dirompenti, ma non possono garantire una certa continuità. Finite le risorse, i problemi si ripresenteranno; ma dietro ci sarà solo terra bruciata. Il rapporto Deficit/Pil è ancora sopra il 3% e per l’anno prossimo, non sono previste variazioni in percentuale migliore. Le terapie d’urto, ma già lo avevamo scritto, servono solo per tempi brevi e prestabiliti. In tutti gli altri casi, come quello che stiamo vivendo, non ci sono più i presupposti per avere di meglio. Senza l’intervento di fattori calmieratori, che tutti sembrano ignorare, è improbabile che l’attuale Legislatura possa evitare altre privazioni maggiori delle attuali. C’è un confine psicologico che è meglio, per tutti, non tentare di superare. Negli anni ’90, in piena Prima Repubblica, la situazione che ci preannunciava era simile all’attuale. Corruzione e fondi neri avevano inquinato la politica d’allora. Adesso la storia, che è maestra di vita, sembra ripetersi. Gli sconvolgimenti politici, che non saranno gli ultimi, potrebbero essere solo la parte più evidente di una situazione dalla ramificazioni assai più complesse. Ora la svolta non può essere evitata. Non è più possibile ritornare a certi atteggiamenti del passato che potrebbero condizionare il nostro futuro. La recessione è una sorta di pulizia, anche morale, che dovrebbe consentire la sopravvivenza della parte migliore del Paese. Non ci sono altre opportunità ed anche il Professore se n’è reso conto.

Giorgio Brignola

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