Non so se ultimamente sono stato distratto da altri avvenimenti che hanno caratterizzato la politica e l’economia, a partire dalle malversazioni finanziarie dei politici di turno agli spread alle stelle, fatto sta che non sento più parlare dell’ex Ministro dell’economia, Giulio Tremonti.
Il fatto non è che mi preoccupi più di tanto e che mi… faccia star male, ma questa suo quasi improvviso eclissarsi dal mondo politica mi ha determinato alcune curiosità, ancora memore quale sono del suo pregresso modo di gestire l’economia, realtà che certamente non ha prodotto quegli effetti che l’Italia si sarebbe aspettata. Infatti, di ciò, ce ne stiamo accorgendo ora osservando l’economia che non cresce, (anzi è in preoccupante recessione), che le aziende non producono in quanto manca la domanda delle merci, e che questo panorama, invero poco edificante, non sembra dischiudere affatto qualcosa di positivo per il prossimo futuro. Insomma, siamo tutti alla finestra ad osservare chi passa…
E vengo alle curiosità cui ho fatto cenno.
Si dice che Giulio Monti abbia “trincerato” i risparmi a salvaguardia del sistema bancario che, altrimenti, avrebbe potuto saltare. Io non sono un economista, ma mi par di poter dire che una politica economica della specie, potrebbe accostarsi a quel naufrago che si è salvato in un’isoletta con una valigia zeppa di denaro e che non sa come e dove utilizzare tanta ricchezza per far fronte alle sue necessità immediate. Non sarebbe stato forse più opportuno allentare le redini di questa sua gestione utilizzando un determinato plafond finanziario per alleggerire fiscalmente pensioni e salari, circostanza che avrebbe messo in circolazione più contante per gli acquisti e, di conseguenza, avrebbe rimesso in moto parte della produzione ? A cui avrebbe fatto seguito anche una maggiore occupazione, risparmiando, in qualche misura, ingenti mezzi per la cassa integrazione, magari utilizzando i soldi a favore di una parte potenzialmente produttiva piuttosto che in quella improduttiva della cassa integrazione ? Ed invece, come ho sentito ieri sera, il sistema italiano con quello spagnolo sembrano avere degli scricchiolii, per cui è abbastanza evidente che Giulio Tremonti non può essere promosso come un salvatore della patria, ma equiparato a quella specie di naufrago di cui facevo cenno dianzi.
Adesso è molto tardi per tutto per cui – doloroso a dirsi – pare acuirsi il conflitto fra governo e Confindustria con la prospettiva di un peggioramento repentino della situazione.
A mio avviso, oggi come oggi, – unico percorso da seguire per salvare il paese – è quello di colpire da subito le grandi ricchezze anziché continuare a strizzare fino all’ultimo sangue il corpo sociale dei salariati e dei pensionati che ormai sono ridotti alla fame.
Colpire le ricchezze, i grandi patrimoni, non sarebbe un atto di ingiustizia, anzi tutto il contrario : se i ricchi sono diventati tali, ciò lo si deve anche al fatto che, come dice un Enciclica papale sul lavoro, “ c’è l’altro,” che ha concorso a detta ricchezza.. Va anche ricordato, come dicevano spesso i nostri nonni, che i soldi vanno dove ci sono i soldi, non sottacendo che colui che si trova in stato di dominanza, ne può indebitamente anche approfittare. Come è successo con l’avvento dell’Euro, periodo dal quale il corpo sociale a reddito fisso ha perso circa il 50 % del potere di acquisto delle sue entrate, mentre i già ricchi, hanno raddoppiato le loro ricchezze legalizzando di fatto una parità illegale, e per certi versi delinquenziale, considerando il valore intrinseco di un solo euro pari alle vecchie mille lire, anziché il doppio.
Come si spiegherebbe altrimenti che il 10 % di certe famiglie italiane possiede la metà della ricchezza nazionale ?
Se non si colpiscono da subito i grandi patrimoni, la frittata è fatta. Ed anche il governo Monti non meriterebbe il buon servito.
ARNALDO DE PORTI