Da oggi sappiamo chi vuole abbattere i diritti dei lavoratori e chi vuole difenderli

Ormai il quadro è chiarissimo. Il governo ha illustrato alla stampa (e non al Parlamento) la riforma del lavoro e in Senato Pdl, Terzo polo e soprattutto il Pd, hanno deciso di non votare una mozione presentata dall’Italia dei Valori in cui si impegnava il governo a lasciare immutato l’articolo 18.

Poiché partiti della maggioranza sanno che la modifica delle norme sul mercato in uscita sono largamente impopolari, hanno deciso di mettere ai voti non la mozione, ma il rinvio del voto. Un artificio tecnico per non esporsi, ma con gli alibi non si va da nessuna parte. Aver rinviato il voto significa, senza troppi giri di parole, aver dato il via libera alla modifica dell’articolo 18.
Gli italiani devono sapere che i partiti che fanno parte di questa maggioranza piena di contraddizioni sono ormai proni e voteranno qualsiasi porcheria proponga il governo Monti, forte con i deboli (guardate i dati di Bankitalia sui redditi delle famiglie diffusi oggi) e debole con i poteri forti, a cominciare da banche, assicurazioni e petrolieri.

Oggi, però, si è toccato davvero il fondo. Volevamo stanare i partiti che solo a chiacchiere si stanno opponendo alla modifica dell’articolo 18 e lo abbiamo fatto. Oggi tutti i lavoratori sanno chi cerca di tutelarli davvero e chi fa solo chiacchiere. Certo, quello di oggi in Senato è stato uno scippo alla democrazia parlamentare, un golpe strisciante. Monti e Fornero non hanno neanche avuto la sensibilità di essere presenti in Aula e di chiedere essi stessi il rinvio. Hanno preferito le luci delle telecamere e i flash dei fotografi per una recita a reti unificate a base di falsità e demagogia.

L’articolo 18 è uno strumento fondamentale di difesa dei diritti di tutti i lavoratori, a prescindere dalle opinioni politiche e dalle appartenenze sindacali, e quando si afferma, come fanno governo e maggioranza, che è un ostacolo alla crescita del Paese si dice una menzogna colossale. La verità è che l’attacco all’articolo 18 è il grimaldello per scassinare la cassaforte dei diritti dei lavoratori italiani, per questo l’Italia dei Valori ha chiesto che il Senatoimpegnasse il governo a togliere la questione dal tavolo del confronto parlamentare sulla riforma del mercato del lavoro. La maggioranza Pd-Pdl-Terzo Polo, però, votando la sospensiva, ha accettato un ruolo di subalternità cedendo la priorità istituzionale del Parlamento a un governo che non è frutto della volontà popolare ma solo di giochi di Palazzo.

Tre volte vergogna a chi sta distruggendo diritti conquistati in due secoli di durissime battaglie. In un sol colpo l’Italia è tornata indietro di decenni. E oggi, i cittadini, sanno per responsabilità di chi.

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