Linea Mondo "Italiani nel mondo chiamano Roma" del 29 marzo.

Le prossime elezioni in Francia Germania Italia e l'integrazione europea sono state il filo conduttore della trasmissione “Linea Mondo – Italiani nel mondo chiamano Roma” del 29 marzo, con l’on. Gianni Farina insieme al capo redattore di ItaliachiamaItalia, Barbara Laurenzi, e due esponenti della comunità italiana in Francia, Barbara Revelli (Pd) e Andrea Verde (Fli). Alla luce di una rimonta della sinistra europea dopo la fase che ha visto negli ultimi anni i Governi di centro destra conquistare i vertici di non pochi Paesi, quale sarà il futuro dell'Europa che uscirà dalle prossime elezioni politiche stante le affermazioni di candidati che nei tre Paesi europei si preparano al verdetto delle urne? E' questo l'interrogativo di fondo oggi nel contesto delle interrelazioni che si giocano sul piano economico e sociale dei paesi partner dell'Europa e sul fronte mondiale. La trasmissione di Linea Mondo non poteva non fare riferimento all'importante appuntamento della scorsa settimana a Parigi dove i leader socialisti e progressisti europei hanno firmato un documento su 'Un nuovo Rinascimento per l'Europa. Verso una visione progressista comune”. Per Barbara Laurenzi il panorama è chiaro: se le forze della destra conquisteranno il voto popolare l'Europa non andrà avanti, mentre con la sinistra viene sostenuto il principio che c'è bisogno ancor più di Europa. Tuttavia l'elettorato non viene sostenuto a sufficienza nel credere nell'Europa, pur dichiarando che l'Europa serve a superare l'attuale fase di difficoltà e rilanciare l'economia. Per la giornalista la chiave europea sarà un argomento vincente nel confronto elettorale italiano perché le istituzioni europee “sono ancora ritenute affidabili”. Posizione in cui si riconosce il PD, ma non tutto il PD – ha rilevato il conduttore Francesco Cuozzo facendo presente le differenti posizioni espresse da 15 esponenti del Partito democratico che si sono detti contrari all’appoggio dato da Bersani alla campagna elettorale di Hollande, a vantaggio dell'europeismo del centrista Francois Bayrou. In buona sostanza, ha rilevato Cuozzo, “non si capisce il PD in Europa cosa sia”. Per Farina “è una situazione logica anche se difficile da spiegare: in Europa il confronto è sempre stato diverso rispetto a quello dei comunisti italiani. In Europa le masse popolari si sono sempre riconosciute nel partito socialista. Non si tratta dunque di una posizione retrò ma spiegabile attraverso la tradizione socialdemocratica. Certi gravami anche di tipo ideologico restano. Il PD è stato realizzato in un grande tentativo di definire un partito riformista e di sinistra e all'interno sono entrate storie e culture diverse, anche cattoliche: un percorso difficile ma inevitabile”. Dalla Francia l'appoggio del FLI con Andrea Verde alle posizioni di Sarkozy è reale e concreto e cita lo slogan del ricandidato alle presidenziali: “una Francia forte in un'Europa forte”, anche se – sottolinea – la stampa dice che Sarkozy vuole disintegrare Europa, in realtà se così fosse nel primo turno non avrebbe superato Hollande per andare verso un testa a testa. Per Verde le affermazioni di Sarko' sull'Europa sono importanti, come il dato di fatto che l'Europa è l'unica regione che non difende le proprie frontiere e la propria economia, mentre gli Stati Uniti danno priorità alle loro imprese sui mercati pubblici. Ebbene, afferma l'esponente del FLI in Francia, noi dobbiamo fare in modo che i cittadini europei non vedano come una minaccia ma come una opportunità un’ Europa forte che difende. Quanto alla posizione sull'integrazione degli extracomunitari, concorda con il presidente francese “se dobbiamo favorire l'integrazione dobbiamo fare in modo che sia contingentata. Non possono accogliere tutta la miseria del mondo altrimenti si aggravano i problemi economici dei mercati per le imprese e le piccole imprese”. Altro tema condiviso dal FLI in Francia: il problema del costo del lavoro che incide sensibilmente, è eccessivo e non permette un rilancio economico importante. Ma, proprio a proposito della situazione economica, Barbara Revelli (PD in Francia) che vede delinearsi un Sarko' nella scia di De Gaulle, domanda “dov'era Sarkozy negli ultimi cinque anni? Eppure il presidente francese nella presidenza di turno della UE ha fatto grandi promesse con il recupero del trattato di Lisbona ma il risultato è che l'Europa è profondamente divisa e non ha portato avanti ineludibili argomenti ovvero su quali punti i 27 paesi saranno pronti a cedere la propria sovranità. E' questo il punto. D'altra parte Hollande è uno dei pochi candidati a non aver un programma leggibile poiché gioca sui diversi registri. In Italia nel frattempo, il dibattito sulla riforma elettorale va avanti, Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria nazionale del Pd, ha sottolineato che “il principio cardine del Pd è quello di rafforzare e di rendere effettiva la possibilità di scelta dei cittadini sia per quanto riguarda i parlamentari, sia per quanto riguarda la scelta dell’indirizzo di governo nell’ambito di un sistema di sana alternanza. Le decisioni che ne seguiranno non potranno che essere coerenti”….ma la questione “dipende naturalmente non solo dal Pd. Sarà necessario trovare la condivisione e il convincimento delle altre forze parlamentari….Bisogna avere la consapevolezza che piantare le proprie bandiere ma non riuscire a trovare in Parlamento i voti per cambiare il ‘porcellum’ sarebbe una sconfitta per tutti i riformisti e un danno per i cittadini, che in questo caso sarebbero costretti a votare un’altra volta con una legge che non gli consente di scegliere.” (italian network).

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