Grande risalto sul Corriere della Sera – grazie ad un articolo di Gian Antonio Stella che ha ripreso il pezzo su IL PUNTO della scorsa settimana – denunciando l'assurdo atteggiamento del T.A.R. del Piemonte che ha dato il via ad una maxi-richiesta di risarcimento contro il Comune di Verbania da parte di una ditta che piazza slot machines nelle sale gioco e nei bar della città.
A ruota è seguita una raffica di interviste, articoli e l'attenzione generale su un problema – quello della dipendenza da gioco – sul quale non si può più far finta di nulla.
Chissà se qualche membro del governo comincerà finalmente a capire che lo stato non può fare solo il biscazziere, che i soldi sono importanti ma non sono tutto e soprattutto che con questa frenesia del gioco d'azzardo più o meno lecito si distruggono persone, patrimoni e famiglie.
Serve una legislazione più severa, ma soprattutto bisogna porre un freno a milioni di apparecchi piazzate ovunque, speso usate in modo improprio da anziani e minorenni, così come l' infinita serie di “gratta e…perdi”, casinò on line, superenalotto e lotterie.
Questo è uno dei temi che sarebbe da approfondire nei dibattiti televisivi, anziché perdersi spesso in tante sciocchezze.
Ricordo brevemente i fatti (anche perchè qualcuno li ha un po' travisati): nel 2005 il Consiglio Comunale di Verbania aveva approvato, praticamente all'unanimità, un regolamento che permetteva l'uso delle slot machines solo tra le 15 e le 22.
Questo perchè in città si sono moltiplicate le sale da gioco dove in poche ore si bruciano sussidi e pensioni soprattutto da parte di anziani e persone gioco-dipendenti, inquadrando correttamente il problema dal punto di vista sociale e delle ludopatie.
Ma poichè in questo paese sembra che a volte il buonsenso non esista, ecco il T.A.R. del Piemonte che ha recentemente annullato la delibera del comune di Verbania sostenendo che non c'erano i requisiti socio-sanitari per emetterla e conseguentemente la ditta EUROMATIC srl (titolare di ben 403 macchinette in città, ma poi ce ne sono tante di diverse ditte) ci ha citato per danni per ben 1.350.174 euro e 48 centesimi, pari alla stimata perdita di guadagno sugli incassi negli orari di forzata chiusura. Non accetto questa follia, stiamo ricorrendo e…staremo a vedere.
Intanto sono stato contattato da moltissimi altri sindaci d'Italia che si trovano con gli stessi problemi e credo maturerà un interessante dibattito anche a livello nazionale. Grazie ai lettori de IL PUNTO l'obbiettivo di parlarne è stato raggiunto