Partiti, rappresentanza e democrazia, ne parlo a Torino con Zagrebelsky e Caselli

Il sistema dei partiti è oggi in fortissima crisi, messo in seria discussione dal rapporto incestuoso tra una certa politica e il malaffare. Basta leggere le cronache giudiziarie di queste settimane per ritrovare purtroppo tante, troppe, brutte storie di corruzione, tangenti, ruberie di vario genere probabilmente anche peggiori di quelle che portarono 20 anni fa a Mani Pulite. Una riforma dei partiti è oggi un’assoluta priorità: la politica ha il dovere di intervenire per correggere distorsioni gravi, che rappresentano non solo una sconfitta sul piano etico ma anche un inaccettabile costo economico per i cittadini.

Di questo, ma non solo, parlerò nella giornata di lunedì a Torino con il presidente emerito della Corte Costituzionale, Gustavo Zagrebelsky, il Procuratore capo della Repubblica di Torino, Gian Carlo Caselli, e il giornalista de Il Fatto Quotidiano Gianni Barbacetto in un convegno che si terrà a Palazzo Lascaris a partire dalle 16 e che sarà moderato dalla mia collega di partito, la senatrice Patrizia Bugnano. L’iniziativa, che si intitola “Riforma dei partiti, articolo 49 della Costituzione”, è stata voluta e organizzata dall’associazione Articolo 49 presieduta del capogruppo dell’IdV al consiglio regionale, Andrea Buquicchio.

A qualcuno potrebbe sembrare solo un’altra inutile occasione per parlarsi addosso su un tema tecnico e, comunque, lontano dai problemi del Paese e dei cittadini. In realtà non è così, perché, come accennavo in precedenza, il riesplodere di una spaventosa questione morale, trasversale e bipartisan, rende più che mai urgente confrontarsi e trovare soluzioni all’indifferibile esigenza di riformare il sistema politico-partitico italiano. Non è un caso che i padri costituenti abbiano dedicato ai partiti un articolo della Costituzione, il 49, che recita: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.

Insomma, al contrario di quanto potrebbe apparire, il tema non è per niente tecnico, perché quando si parla dei partiti, della loro democrazia interna e dell’articolo 49, che in una riga ne regola funzioni e organizzazione, parliamo delle forze politiche che sono chiamate in Parlamento a decidere le sorti del Paese. Più sono democratiche al proprio interno e maggiore è la selezione della classe dirigente, più preparata e al di sopra di ogni sospetto sarà la stessa classe dirigente per affrontare il difficile ruolo del parlamentare o dell’eletto negli enti locali.

A me toccherà, nelle conclusioni, tirare le fila del convegno. Vi rimando a lunedì per i contenuti del mio intervento, ma oggi mi preme soprattutto farvi sapere perché è importante trattare questi temi. A cui ne aggiungo un altro. Oggi i partiti politici sono ancora in grado di interpretare le esigenze dei cittadini e degli elettori, o invece sono centri di potere che hanno perso di vista il bene comune e lavorano semplicemente per perseguire interessi personali o per rappresentare i poteri forti che sono fuori dalla politica? Insomma, come forse potete capire parliamo di democrazia, di gestione della cosa pubblica, di rappresentanza, del funzionamento della macchina dello Stato che poi, nel bene e nel male (negli ultimi anni poco bene e molto male), prende le decisioni che cambiano la vita dei cittadini.

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