Frontalieri, on. Narducci (PD): " Presentata in Commissione esteri della Camera dei Deputati un’interrogazione al Ministro degli Affari esteri sulla questione dei ristorni dei lavoratori frontalieri"

(ROMA, 15 MARZO 2012) – In seguito alla notizia dell’approvazione, nel Parlamento elvetico, di una mozione sostenuta dall’intera deputazione del Cantone Ticino con cui si chiede di modificare la quota di ristorno del prelievo fiscale sul reddito dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera diminuendolo dall’attuale 38,8 per cento al 12,5%, l’on Franco Narducci ha presentato una Interrogazione in Commissione esteri della Camera per far luce sulla posizione italiana in merito alla vicenda. Infatti, l’on, Franco Narducci, dopo aver evidenziato le gravi ripercussioni per la decisione unilaterale del Canton Ticino del blocco del 50% dei ristorni fiscali all’Italia, facendo venire meno una fonte importante di finanziamento per gli enti locali di frontiera da cui provengono i circa 50 mila lavoratori frontalieri, ha messo in guardia dalle conseguenze disastrose per le casse di detti comuni se la percentuale del ristorno fosse portata dal 38,8 al 12,5 per cento.

Narducci, preoccupato della mancanza di un dialogo tra il nostro Paese e la Confederazione elvetica e convinto che “riprendere i negoziati sarà sicuramente di giovamento per le buone relazioni tra i due Paesi, per lo sviluppo dell’economia e servirà anche ad adeguare ai tempi una legislazione datata”, ha chiesto al Ministro degli Affari esteri “quali siano le motivazioni che hanno impedito la ripresa del dialogo tra Italia e Svizzera e l’apertura di un tavolo negoziale coerentemente con la mozione approvata all’unanimità il 7 giugno 2011 dalla Camera dei Deputati, con il parere favorevole del Governo, nonché con successivi ordini del giorno il linea con lo spirito della summenzionata mozione, accolti parimenti dal Governo”.

Inoltre, Narducci ha chiesto di conoscere “quali azioni intende porre in essere il Ministro degli Affari esteri per avviare un negoziato tra l’Italia e la Svizzera al fine di dare soluzione alle numerose questioni aperte che attendono da tempo risposte e soluzioni” sottolineando in particolar modo cosa si intende fare per “risolvere la spinosa situazione del ristorno fiscale all’Italia, sia in relazione agli importi non ancora erogati sia per preservare le attuali quote di ristorno all’Italia dell’imposizione effettuata sul reddito dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera”.

Infine, il parlamentare eletto all’estero, entrando ancora di più nel merito delle questioni, ha chiesto Governo di sapere“quali procedure intende attivare per accelerare il trasferimento dei ristorni fiscali versati dalla Svizzera ai Comuni che ne hanno diritto, già alle prese con le enormi difficoltà finanziarie prodotte dalle ripetute manovre di contenimento della spesa pubblica”.

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