Forum nazionale Salviamo il Paesaggio: Parte anche a Catania e Provincia una campagna firme contro i mega progetti edilizi

Una campagna firme per sapere quante abitazioni e quanti fabbricati industriali, vuoti, sfitti, non utilizzati e quante aree edificabili (residue e nuove) ci sono oggi all’interno dei confini di Catania e Provincia. E’ l’obiettivo della campagna di “censimento” avviata, il 27 febbraio, in contemporanea nazionale, dal Comitato locale di Catania e Provincia della rete nazionale di Salviamo il Paesaggio. Difendiamo i Territori, Forum nazionale che a soli pochi mesi dalla sua nascita ha già raccolto l’adesione di circa 600 organizzazioni e di oltre 10mila cittadini. Si tratta del primo passo di un lavoro volto ad arrestare la cementificazione selvaggia e ad avviare un piano urbanistico finalizzato alla riqualificazione e al restauro degli immobili già esistenti, al recupero degli spazi verdi e alla lotta a quell’insana edilizia mossa da interessi personali e privatistici. Una battaglia di questo tipo non può che partire da un censimento, perché solo sapendo quanti edifici e immobili al momento inutilizzati è possibile dimostrare, dati alla mano, che Catania non ha bisogno di nuove costruzioni, ma piuttosto di uno sviluppo basato sul recupero degli spazi verdi e del proprio centro storico, al momento fatto di palazzi d'epoca pericolanti e in stato di totale abbandono. Ma non solo. E' solo conoscendo la realtà degli immobili del proprio territorio che l'Amministrazione può convincersi della necessità di impegnare le poche risorse a disposizione verso un tipo di sviluppo sicuramente più importante e adeguato alle particolari esigenze di una città come Catania. Soprattutto alla luce dei due mega progetti di cemento destinati a trasformare i paesaggi dei litorali di Ognina e La Playa in poli attrattivi composti da strutture talmente inutili, anacronistiche e dannose, come campi da golf e parcheggi, da oscurare anche quel poco di virtuoso è previsto. E proprio in un periodo storico che vede le amministrazioni più virtuose d’Italia impegnarsi in politiche fatte di mezzi pubblici efficienti, di sentieri in legno e verde e di percorsi in bici, piuttosto che di parcheggi e passerelle di cemento.

Ma la questione si allarga. Quella della cementificazione nel catanese, infatti, è parte di una tendenza globale che ha visto cementificare in Italia, negli ultimi 30 anni, circa 6 milioni di ettari; che ha visto continuare a costruire case nonostante, oggi, ci siano più di 10 milioni di case vuote; e che ha visto infine perdere milioni ettari di suoli fertili, risorsa preziosissima e non rinnovabile. Eppure, questi terreni fertili sono un bene comune, un bene di tutti, e i veri proprietari, cioè i cittadini, adesso rivendicano il diritto di sapere come la propria amministrazione ha deciso di utilizzarli.

Oggi, un piano urbanistico intelligente, dunque, non può che tendere ad una cementificazione pari a zero, o almeno ad un'eliminazione di quell'edificazione selvaggia e del tutto deregolamentata. E fermare la cementificazione selvaggia non vuol dire contribuire al collasso di un settore già in crisi come quello edilizio – come si vuole far credere -, ma solo di quello meno virtuoso; a favore, invece, di quelle imprese inserite all'interno di un progetto volto allo sviluppo sano e positivo di un territorio. Sviluppo che si ripercuoterebbe sull’intera società, accrescendo l’occupazione, e non diminuendola. La questione è destinata a diventare negli anni un topic privilegiato dell’Agenda setting, perché chiama in causa diversi ambiti, dall’impatto ambientale al diritto alla salute, alla prevenzione di catastrofi determinate dalla crescente impermealizzazione del territorio (frane, alluvioni, …), ma anche la legalità, il turismo e la conservazione della propria identità architettonica.

Sapere cosa si vuole fare del nostro verde, decidere di salvarlo, non è quindi una questione ideologica, ma razionale e matematica. E' impensabile che in un mondo a risorse limitate si continui a gestire il territorio come se queste risorse, invece, fossero infinite. Prima o poi dovremo fermarci, perché lo spazio su cui costruire sarà finito, ma quando ci fermeremo avremo perso milioni di ettari per sempre.

Non è un caso che il settore turistico che oggi va per la maggiore sia proprio quello naturalistico; proprio perché gli spazi non edificati, dove è possibile per km non vedere una costruzione all'orizzonte, oggi sono una risorsa rara, ma anche sempre più richiesta. E non è un caso anche che uno dei centri commerciali più grandi d’Europa si trovi proprio in una delle aree più depresse del Continente, appunto la Sicilia.

Cosa fare allora? Il Forum nazionale presenta un’alternativa, un’occasione da non perdere: avviare un articolato progetto destinato a cambiare le cose, partendo dal presupposto che nessun discorso in tale ambito può essere fatto senza aver prima effettuato un censimento approfondito. Occorre avere prima i dati alla mano, insomma.

Si tratta di un altro esempio di democrazia partecipata. Una forma di attivismo che ha dimostrato di saper funzionare, superando quelle problematiche e quei limiti sofferti dalle lotte di qualche anno fa. Rispetto al passato, possiamo contare su una maggiore e diffusa consapevolezza della cittadinanza e sulla nascita di una comunicazione orizzontale che permette un’efficiente e massiccia messa in rete tra i cittadini di tutto il mondo.

Per partecipare alla campagna di censimento, conoscerne tutti gli aspetti o semplicemente sapere come e dove firmare, è possibile contattare direttamente il Comitato locale di Catania e Provincia di Salviamo il Paesaggio al numero 3470535922 oppure all’indirizzo email salviamoilpaesaggio.catania@gmail.com. Nel corso dei prossimi giorni, il forum Salviamo il Paesaggio organizzerà nel territorio diversi gazebi firme e porterà avanti la battaglia in collaborazione con le altre realtà impegnate nel territorio per lo stesso fine.

Comitato locale di Ct e Provincia

FORUM NAZIONALE “SALVIAMO IL PAESAGGIO. DIFENDIAMO I TERRITORI”.

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