COMUNICATO POLITICO NUMERO QUARANTANOVE

Il destino del Paese è segnato. Il fallimento economico, nascosto sotto il tappeto della diminuzione dello spread, è inevitabile. Le imprese chiudono o fuggono all'estero. Le tasse sui redditi di impresa si stanno prosciugando. La moltitudine di nuovi disoccupati non paga più l'Irpef. La bolla italiana si alimenta di Grandi Opere attraverso il trucco contabile del project financing che crea lavoro fittizio finanziato dallo Stato. “Scava una buca, riempi una buca, racconta in giro che è indispensabile”. I costi delle mille Tav italiane sono scaricati sul debito pubblico, che aumenta, e su nuovi balzelli. L'inflazione sta divorando i redditi medio bassi. La giustizia è un giocattolo con le molle rotte e la burocrazia un Minotauro moderno, nessuna multinazionale investirebbe in Italia di fronte all'insicurezza del diritto e alla sicurezza di un labirinto di leggi che la strangolano.

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I LADRI DI CARCIOFI

I ladri di carciofi e di scarole stanno spopolando. Gli orti e i campi coltivati sono il nuovo bersaglio della criminalità delle pance vuote. Il vecchio detto “Chi non lavora non mangia” funziona solo se c'è il lavoro altrimenti va sostituito con “Chi non lavora muore di fame”. Per chi rischia di morire d'inedia rubare un cavolo o dei porri è un atto di legittima difesa. A causa dei furti,i supermercati sono oggi più presidiati dalle guardie giurate delle banche. In Italia nel 2011 sono stati rubati generi alimentari, dal prosciutto alle mozzarelle, per tre miliardi di euro. Gli affamati sono obbligati quindi a spostarsi dal distributore al produttore. Chi ha un orto ha un tesoro, dovrà armarsi di schioppo come i contadini di una volta. Gli orti sono il nuovo business. Nessuno lo ha ancora detto a Rigor Montis. A quando la tassa sugli orti?

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La Pax Dell'Utri
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di Paolo Cicerone, ★★★★★ (Voti: 26)

“Io ho infatti il ragionevole dubbio, e con me qualche milione di itallani, non suffragato da alcuna prova se non dalle due sentenze ravvicinate Mills e Dell'Utri, che lo psiconano abbia negoziato un lasciapassare prima di dimettersi.” E' esattamente così, solo che io non credo affatto che abbia “negoziato”, semplicemente ha lasciato intendere che il suo appoggio al governo Monti sarebbe venuto a mancare qualora non si siano adoperati per salvarlo. In giro, sui media, sulle bacheche dei partiti non leggo tutta sta indignazione, i giornali ne stanno facendo la semplice cronaca, il PD che esce con i comunicati su ogni cosa, pure sui molluschi del Mar Baltico, non dice una parola. Questo che vuol dire? Forse che sono tutti d'accordo a cominciare dal sicario delle banche europee mandato dalla UE a commissariarci; le ultime due sentenze sono un prezzo che dobbiamo pagare per consentirgli di continuare nell'opera di SACCHEGGIO del paese con tanto di 53% di consenso degli italioti che ancora credono che Truffolo & co. non siano più al governo.
Ma la magistratura che c'entra? Se devo essere sincero, io alla sua presunta indipendenza non ci ho mai creduto fin dai tempi di tangentopoli anche se in realtà ci speravo. Figuriamoci poi la Cassazione presieduta da quel botolo di Carnevale che coi suoi scherzi da prete annullava ogni sentenza sfavorevole agli amici dei politicanti. E non è questione di parte politica, che la magistratura sia “fascista” come dicono i comunisti o “rossa” come dicono i berluschini sono cazzate. La realtà è che è solamente uno dei POTERI che in questo momento storico condivide la politica dei “poteri forti” obbedendone agli ordini, quelli delle lobbies, delle banche e della UE.

Gronda di Ponente: la parola “Lavoro” che giustifica lo scempio

di M.G.

In riferimento alle dichiarazioni pubblicate su diversi giornali, televisioni e siti web genovesi (*), vorrei ricordare al “compagno” Miroglio che nello statuto della Cgil, oltre alla “tutela dei lavoratori e delle lavoratrici”, nell'art.2 si enuncia quanto segue :” La Cgil ispira la sua azione alla conquista di rapporti internazionali in cui tutti i popoli vivano insieme nella sicurezza e in pace, impegnati a preservare durevolmente l'umanità e la natura, liberi di scegliere i propri destini …”.
Come può dunque il primo sindacato italiano sostenere la realizzazione di grandi opere come la Gronda ? E soprattutto giustificando questa posizione come il solo modo di uscire dalla crisi ?
Non si può accettare una grande opera solo perché crea lavoro, ma bisogna analizzare l'utilità della stessa e di quelle che sono le ricadute sulla salute dei cittadini e dell'ambiente.
Inviterei Miroglio a mettere da parte gli interessi del partito vicino alla sua organizzazione sindacale, documentandosi su quelli che saranno gli effetti devastanti sulla Valpolcevera ed il Ponente genovese di questa assurda opera.Ci sono dati trasportistici che in modo inequivocabile dimostrano l'inutilità della Gronda e dati geologici che mettono in evidenza i rischi di contaminazione da amianto che i cantieri della Gronda produranno su un bacino abitativo di oltre 70.000 persone.Lo pregherei di non fare politica, perché questa non è la missione del sindacato, ma bensì di sedersi ad un tavolo e magari parlare con chi sostiene che esistono altri modi per creare lavoro senza togliere ad alcuno il diritto ad una vita più sostenibile. Mi auguro quindi che le sue affermazioni siano dettate dalla disinformazione che ha su questo argomento, e lo invito a venire in Valpolcevra per un'incontro con chi, da ormai due anni, si batte giorno dopo giorno per tutelare il diritto alla salute dei propri figli, non secondo allo stesso sacrosanto diritto di lavorare. Molti anni fà, in piena crescita economica, a Casale Monferrato una promettente fabbrica dava lavoro a tantissima gente e garantiva, come dice il “compagno Miroglio”, le “politiche d'investimento”.Ora le famiglie degli oltre tremila morti di mesotelioma rimangono con la consolazione di una tardiva sentenza, che condanna chi in nome del progresso e dello sviluppo ha tolto loro affetti e sogni. Vogliamo poi ricordare le battaglie del suo sindacato quando sosteneva la fabbrica della morte in Val Bormida ?

Nulla di deciso sulla TAV

di C.D.

Monti, sul TAV, racconta una marea di menzogne. Quando afferma che in Europa è tutto deciso, non si può tornare indietro, i francesi hanno iniziato i lavori, se non lo facciamo restiamo isolati.
Basta guardare l'accordo intergovernativo fra Francia e Italia e la decisione della ministra francese di riconsiderare tutte le grandi opere ferroviarie eccetto 4 prioritarie (nelle quali non compare la Lione-Torino). Basta consultare la proposta della Commissione Europea “Connecting Europe” sulle reti TEN, per capire che non solo nulla è davvero definitivamente deciso sul Tunnel di base della Valsusa, ma anche che siamo abbastanza in alto mare per quanto riguarda la concreta dimostrazione della sostenibilità finanziaria dell’opera e della sua reale utilità. Basta analizzare con attenzione gli stessi quaderni dell’Osservatorio di Virano, tanto citati in questi giorni, per capire che proprio in quei quaderni o almeno in quelli pubblicati prima dell’uscita delle amministrazioni contrarie all’opera, sono descritte per bene le tappe che la Lione-Torino avrebbe dovuto seguire e che mettono chiaramente il tunnel all’ultimo. I francesi non hanno iniziato nulla.
Si consideri che il progetto di cui oggi si parla non è definitivo, è stato approvato al CIPE con 222 prescrizioni importanti e tutti sanno molto bene che comunque le infrastrutture non bastano per assicurare il trasferimento modale gomma/ferro. Con le tariffe, i contributi e le deduzioni di cui godono gli autotrasporti, è impossibile pensare che sia competitivo passare le merci sui treni, anche se ci fosse il tunnel e la linea più veloce del Mondo. Senza contare che la struttura produttiva del nostro Paese è basata su piccole e medie imprese distribuite sul territorio, una struttura che rende una linea rigida e con pochi punti di fermata poco utile a togliere i tir dalla strada.

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