(roma, 8 maggio 2012) – “Negli ultimi tempi le tematiche di genere sembrano essere scomparse dall’agenda politica a favore dell’attenzione riservata ai temi scottanti della riforma del mercato del lavoro e del consolidamento dei conti pubblici. Tuttavia ritengo che proprio quando si affrontano le tematiche del welfare è necessario prevedere spazio e tempi affinché la donna possa esercitare, nel miglior modo possibile, il suo ruolo nella società”. Lo ha dichiarato l’on. Franco Narducci in occasione delle celebrazioni dell’8 Marzo per la Festa della Donna.
“Se andiamo a guardare le cifre – prosegue Narducci – ci possiamo rendere conto che anche nella avanzatissima Italia c’è parecchio da fare per assicurare una effettiva parità di genere tanto che la pensione delle donne è in media più bassa del 30,5% rispetto a quella degli uomini, mentre sono scarse le politiche in favore delle mamme lavoratrici e si registra ancora una presenza troppo debole delle donne nell’ambito della ricerca e dell’università a fronte di un percentuale di donne laureate del 58% del totale”.
“Sul piano internazionale – afferma poi Narducci – bisogna continuare a lavorare per l’accesso all’educazione delle donne e per una corretta informazione sui diritti soprattutto nelle zone rurali e più povere del mondo come ci ricorda il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. Inoltre, bisogna lavorare affinché la donna possa avere pari dignità nelle linee ereditarie in varie parti del mondo e non essere discriminata nelle scelte compiute dalla famiglia di appartenenza e in alcuni casi dallo Stato per implementare realmente quanto affermato nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e cioè di costruire un mondo dove tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti”. E’ arrivato il tempo in cui la donna in ogni parte del mondo non sia più vittima di violenze, discriminazioni e soprusi sia se commessi da singoli che fanno valere la loro forza fisica sia se sono espressioni di fanatismi religiosi o di credenze popolari che ledono la sua dignità”.
“L’Italia, dal canto suo – ha concluso Narducci – dovrebbe ratificare al più presto la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza nei confronti delle donne, firmato da 18 Stati membri del Consiglio d’Europa, di cui 11 Paesi UE Paesi Ue, lo scorso maggio a Istanbul”.