Un noto proverbio afferma che “il cane è il miglior amico dell’uomo” mentre un altro altrettanto famoso recita ”più conosco le persone e più amo gli animali”.
La paternità di quest’ ultimo detto popolare può a ragione essere attribuita a tutti coloro che hanno avuto esperienze negative con l’essere umano.
Noi dobbiamo veramente amare gli animali. I motivi sono vari:non solo ci fanno compagnia,ma hanno con noi numerose affinità,ad esempio l’espressività degli occhi,spesso maggiore della nostra.
Tra tutte una,un’affinità in particolare: in una ricerca di un ateneo americano,osservando il comportamento di un cane,si sono scoperte analogie con la nostra specie.
Il cane,sentendo ad esempio un tuono,si spaventa proprio come noi;i fuochi pirotecnici gli causano attacchi di panico del tutto simili a quelli riscontrabili nella specie umana.
Così i ricercatori americani hanno ritenuto utile studiare il comportamento dei cani per comprendere meglio come si sviluppino le malattie degli uomini e per trovare le opportune terapie.
I cani coinvolti in questa ricerca sono stati trattati con antidepressivi e ansiolitici e le loro reazioni a questi farmaci sono state osservate dagli studiosi.
Il funzionamento di queste due tipologie di medicinali è sovrapponibile in uomini e cani,così come le percentuali di successo del trattamento farmacologico.
Le similitudini sono quindi evidenti. I cani sono l’unico modello esistente in natura per studiare i disordini psichiatrici e sono anche perfetti per essere mappati geneticamente.
A livello genetico,cane e uomo si rispecchiano in malattie come la narcolessia,nei disturbi ossessivo-compulsivi e nei deficit di attenzione.
E così potremmo dire,non mancando basi scientifiche in tal senso,che l’uomo non discende solo dalla scimmia,ma anche dal cane.