I 100 giorni del governo Monti e l’idea di democrazia dei cittadini

Mario Monti celebra i primi 100 giorni del suo governo. Ricorderete che gli votammo la fiducia, lo facemmo con senso di responsabilità per consentire al Paese di cambiare pagina dopo gli anni devastanti sotto la guida del trio Berlusconi-Bossi-Tremonti. Avevamo delle discrete aspettative che però sono state completamente disattese, tanto è vero che proprio qualche giorno fa abbiamo ufficializzato, con una lettera ai presidenti dei due rami del Parlamento, il nostro passaggio ufficiale all’opposizione.

Pensavamo ad un governo di emergenza, che in pochi mesi mettesse mano ai conti in nome di tre direttrici fondamentali: rigore, equità, sviluppo. Delle tre, sventolate come la bandiera del nuovo Esecutivo, finora il governo Monti ha tenuto fede solo alla prima, la più dolorosa, quella del rigore, dimenticando per strada le altre due, senza le quali il Paese non va da nessuna parte. Inoltre, grazie all’aiuto degli ex nemici Pd e Pdl, resta a galla con giochi di equilibrismo che non ricordo neanche nella Prima Repubblica. Basti guardare cosa sta succedendo al Senato al decreto sulle liberalizzazioni: le decisioni vengono prese fuori dal Parlamento, in riunioni più o meno segrete, frutto di mediazioni al ribasso che hanno ulteriormente depotenziato un tentativo già debole sin dall’inizio di aprire alla concorrenza alcuni settori.

Il sito del governo pubblica un dossier con i risultati dei primi 100 giorni, un’opera di pubblicità che ricorda molto, purtroppo, il peggior Berlusconi. C’è chi dice che però questo governo funziona, che ha il 60% di consensi, che soltanto il governo De Gasperi dopo 100 giorni aveva un consenso così alto. Non so se è vero, so però che dopo quasi venti anni di berlusconismo e di danni incalcolabili, qualsiasi altro governo sarebbe stato più popolare.

C’è, inoltre, un dato incontrovertibile: un governo che non è stato votato dai cittadini resta attaccato alla poltrona e ha intenzione di restarvi fino alla fine della legislatura. Esattamente il contrario di quello che chiedono i cittadini. Faccio un esempio: su Politicaevalori.it, la piattaforma che da qualche settimana sta raccogliendo idee da votare per un programma condiviso, i contributi per aumentare la partecipazione democratica sono molti.

C’è chi suggerisce l’idea di partecipazione orizzontale di Gandhi, straordinaria ma di complicatissima realizzazione, tanto che nemmeno il Mahatma vi riuscì, c’è poi chi si rifà all’idea di democrazia di Pericle, all’agorà greca che potrebbe essere trasferita su Internet, anche questa di difficile realizzazione ma che, ne sono convinto, sarà il modo di fare politica che utilizzeremo tra 50 anni. Ce n’è invece un’altra, impostata da pochissimi giorni (e credo che sia questo il motivo per cui è stata poco votata finora), che mi ha colpito e a cui ho deciso di dare immediatamente seguito: introdurre un meccanismo come quello di Politica e valori in tutte le amministrazioni pubbliche affinché i cittadini possano introdurre proposte e votare quelle degli altri. Quando una proposta raggiunge un elevato numero di consensi deve essere obbligatoriamente esaminata (ovviamente non necessariamente accettata). Nei prossimi giorni scriverò una lettera a tutti i consiglieri regionali e provinciali sparsi in giro per l’Italia a cui chiederò di proporre nelle loro rispettive assemblee di presentare un ordine del giorno per rendere operativa questa proposta. Così funziona la democrazia, così si riavvicinano i cittadini alla politica.

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: