L’inflazione regredisce leggermente rispetto a gennaio ma, se si considera il solo carrello della spesa, abbiamo un aumento dello 0,8 per cento su base mensile, il 4,2 tendenziale su base annua. Il carrello della spesa tiene conto solo di alcuni dei beni inseriti nel paniere, in particolare quelli alimentari ed energetici, vale a dire quelli di prima necessità, di cui non si può fare a meno.
Se diminuiscono i prezzi dei computer o delle automobili è sicuramente una buona notizia, ma non tutti hanno la possibilità di comprare un auto nuova se costa 100 euro in meno. Se aumentano i prezzi di pane, pasta o zucchero, invece, è un problema per le classi sociali più povere, perché di quei beni non può fare a meno nessuno.
A onor del vero devo aggiungere che l’aumento del carrello della spesa è trainato da un fortissimo incremento dei prezzi del carburante, benzina e gasolio, ma si registrano prezzi più alti anche di molti generi alimentari.
Non sono abituato a denunciare problemi e disfunzioni senza provare a dare una soluzione per cui, anche su questo terreno, provo a dire la mia. Innanzi tutto bisogna agire sul prezzo dei carburanti sterilizzando il costo da accise che, in alcuni casi, sono vecchie di 50 anni. Inoltre il garante per la concorrenza deve assolutamente intervenire perché le aziende petrolifere, organizzatesi in cartello occulto, aumentano i prezzi quando sale il costo del petrolio al barile e non lo diminuiscono quando questo scende. Incidendo sul prezzo dei carburanti si rendono possibili costi di trasporto della merce più bassi e, dunque, i beni alimentari possono quanto meno non aumentare.
Bisogna, inoltre, che intervenga mister Prezzi. Sul sito ufficiale del garante dei prezzi, che dipende dal ministero dello Sviluppo economico. è scritto che questi “controlla, verifica e argina, grazie ad un sistema istruttorio che si attiva anche su segnalazione dei cittadini, i fenomeni speculativi”. Mi sembra che non funzioni granché visto che tra i prezzi che aumentano spiccano proprio quelli di prima necessità: carburanti, pasta e pane.
Su “politica e valori” ci sono alcune proposte interessanti. Ad esempio la possibilità di detrarre i costi degli abbonamenti ai mezzi pubblici per i pendolari, una norma che era stata introdotta dal governo Prodi e che è stata tagliata da Berlusconi e Tremonti. Questo servirebbe a incentivare l’uso dei mezzi pubblici. Un’altra proposta è quella di definire meglio per legge il controllo dei pezzi sui beni di maggiore consumo, anche su questo si potrebbe lavorare.
Altra soluzione, indiretta, è un maggiore sostegno ai redditi bassi, ma questo dovrebbe rientrare in una riforma complessiva del welfare che dovrebbe quanto meno riportare i livelli di finanziamento a prima della scure delle finanziarie di Tremonti.
Certo, per fare queste cose è necessario scontrarsi con qualche potere forte, ad esempio la lobby dei petrolieri, ma l’interesse dei cittadini, soprattutto quelli a reddito medio basso, ha la precedenza. Questo era o no il governo dell’equità? Prima o poi ci aspettiamo che lo dimostri.