“Manna :Lisiapp, è ormai arrivato il momento di attirare l’attenzione della società  su questa situazione insostenibile”

“Di dolore e sgomento in questi tre giorni ne abbiamo espressi ma
questa volta entra in noi la rabbia” e quanto afferma Mirko Manna
Segretario generale del LISIAPP Libero Sindacato Appartenenti Polizia
penitenziaria alla prime notizie dell’ennesimo suicidio del collega
poliziotto penitenziario di 41anni impiccandosi. Siamo agghiacciati
per questa nuova immane tragedia, anche perché avviene a pochissime
ore dal suicidio di altri due poliziotti a Formia e a Roma. Non sono
ancora chiare – dice Manna – le ragioni che hanno spinto l'uomo a
compiere il gesto estremo intanto il collega di 41 anni, sposato e
con due figli,era era originario di Sessa Aurunca nel casertano dove
si è tolto la vita questa mattina nella sua abitazione impiccandosi.
Sui suicidi degli appartenenti alla polizia penitenziaria non esistono
molti studi. A ciò sbotta Luca Frongia Segretario generale aggiunto
del Lisiapp che da tempo so occupa di questo fenomento a livello
sindacale “siamo tutti noi indignati e arrabbiati, in particolare
sottolinea Frongia , abbiamo sollecitato in molteplice occasioni il
Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e il dicastero della
Giustizia con gli allora capo del dap Ionta e prima Alfano poi Palma ,
senza mai aver ricevuto risposte concrete a questa vera è propria
Strage!” Lo scorso anno continua Frongia ci sono stati ben 8 casi di
suicidio e tre tentati suicidi. E’ ora di dire basta a questi gesti
che nascono da disagi che si vivono quotidianamente nelle strutture
penitenziarie e sulle spalle dei poliziotti. Si possono però alleviare
i disagi afferma il numero due del Lisiapp predisponendo una maggiore
formazione professionale, un’organizzazione del lavoro che preveda più
tempo libero per restare a casa con la propria famiglia, e un
trattamento salariale differenziato fra chi fa un lavoro di tipo
amministrativo e chi opera nelle carceri altrimenti i più deboli da un
punto di vista psicologico finiscono per crollare». Poi esiste la
questione della mobilità bloccata da decenni «E quindi sono tanti i
meridionali spediti al Nord senza alcuna possibilità di ricongiungersi
alle famiglie. Sono persone che hanno difficoltà ad integrarsi,
trascorrono le loro serate a guardare la tv in caserma perché non
possono permettersi l’affitto di una casa, e si sottopongono a turni
massacranti per mettere insieme ogni mese i tre-quattro giorni
necessari per riabbracciare la famiglia. «Infine, se le condizioni
rimarranno tali – ricalca il segretario Manna – non esiteremo, come
del resto abbiamo fatto sempre in queste mesi, ad accendere i
riflettori su tutto quello che non và compreso i disagi dei poliziotti
denunciando tutto e coinvolgendo politici piu impegnati e sensibili
alle nostre problematiche, perché non tutti mantengono le promesse
dalle istituzioni ai politici. Da oggi conclude Manna faremo nomi e
cognomi e istituzioni che ci sosterranno e ci staranno al fianco, per
intanto non ci resta che stare vicini alla famiglia del povero
collega.

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Li.Si.A.P.P.
LIBERO SINDACATO APPARTENENTI POLIZIA PENITENZIARIA
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