A pagina 220 del libro “L'anima e il suo destino”, Vito Mancuso scrive: “Una volta i miei figli mi hanno chiesto come sono ora il nonno Marko e il nonno Paolo visto che sono andati in Paradiso… Ho detto che le anime dei nonni sono come delle luminose note musicali… coscienti e felici di sé, che sono se stesse in quanto in totale comunione con le altre”.
Come una figlioletta, vorrei porre anch'io al teologo una domanda forse un po' ingenua: “Queste anime coscienti e felici di sé, hanno coscienza del dolore immenso di tante creature innocenti sulla terra, del passato, del presente, e del futuro? Hanno coscienza del male immenso che affligge l'umanità? Queste luminose note odono la musica della sofferenza terrena? Assistendo ai patimenti di una persona cara lasciata sulla terra, tormentata da una tremenda malattia o da un tremendo suo simile, soffrono anch'esse, oppure la “visione” di Dio fa perdere memoria e sentimenti? Spero tanto non mi dia la risposta che immagino e per la quale, ahimè, ho pronta l'obiezione.
Miriam Della Croce