Halla El Mesrati, donna e giornalista torturata, prima e dopo…


Mi arriva un messaggio su Facebook: “ciao. Ho scritto quest’ articolo su Halla El Mesrati, la giornalista libica incinta presa prigioniera dai “ribelli” NATO che ora starebbe in un carcere , il SIJN JDIDA a Tripoli… Coi mezzi che avete, potete rilanciare l’argomento? Magari scrivendo qualcosa anche voi. Mi appello soprattutto alle giornaliste, ma anche alle blogger. Cloro!”
Che cosa non fare? Trovare una scusa e non scriverne? Non è da me. Aggiungo, oltre che non sono un’ esperta di niente, LIBYA: Libyan journalist Hala Misrati was raped 17 times by the rebels. According to Doctor Yousef Shakir, Hala Misrati, the Libyan journalist of Jamahiriya television . She was kidnapped by the rebels in August 2011 after the fall of Tripoli. She was imprisoned and raped 17 times. They cut her hair. She is imprisoned in Sijn Jadida prison in Tripoli . The TNC launched a rumour speaking about the escape of the journalist in Tunisia. This is wrong,it is still in Libya but may be they murdered her.”
Il 3 gennaio una vera giornalista, Serena Grassia, scriveva su Atlas: ” Libia: elezioni, “quote rosa” troppo basse ed è polemica Il 10% dei seggi nell’Assemblea Costituente da eleggere in Libia il prossimo Giugno saranno riservati alle donne. La proposta è contenuta in un progetto di legge elettorale presentato oggi e pubblicato sul sito del Comitato preparatore delle elezioni. La reazione delle organizzazioni in difesa dei diritti delle donne è stata immediata. Una coalizione di ONG, incluse l’Organizzazione per i diritti libici e La Voce delle Donne Libiche, ha definito scandaloso il basso livello di partecipazione concesso alle stesse. “Le donne, infatti, oggi costituiscono il 50% della popolazione libica ed è assurdo ridurre la loro rappresentanza a uno scarso 10%”, hanno scritto in un comunicato congiunto diretto al Consiglio Nazionale di Transizione, invitandolo ad attivarsi affinché il ruolo femminile nella costruzione del paese non venga marginalizzato.”
Nel frontespizio del blog suddetto, viene citata una frase di Cesare Cantù:”Peste della patria è il giornalismo che accetta le notizie senza vagliarle, quando pur non le inventa”
Perchè no? Perchè non passare anche questa storia di una donna e giornalista? Non ci sono troppi riscontri e fonti accreditate? Cosa ci fanno bere ogni giorno?
Doriana Goracci

Libia: la storia di Halla El Mesrati, una donna torturata dagli schifosi ratti al soldo degli imperialisti, servi del capitale
Written by Cloro.
Update: Halla El Mesrati, quando è stata catturata era incinta come si nota da questo altro video girato dopo la cattura
HALLA EL MESRATI gridiamo forte il suo nome, una donna che ha voluto dire la sua e che non è stata abbastanza potente da sopravvivere alla sua azione di ribellione politica

Halla El Mesrati e’ tutte noi donne, femministe, ribelli, sanguigne, che non ce la fanno a volare basso. Halla faceva la giornalista televisiva ad AlLibyya (tv della Jamariah), che, sopravvissuta al colpo di stato mercenario dei “francoamericani” con tutti i mafiosi complici, tra cui non dimentichiamo il traditore Berlusconi, ha continuato a trasmettere. E Halla ha tirato fuori il suo cannone, ha detto che la Jamariah non puo’ morire, che è disposta a combattere e morire per il suo popolo e per la rivoluzione.
Risultato, il telegiornale è stato interrotto, la giornalista è stata disarmata e catturata, immaginiamo da un manipolo di incivili e bastardi squadristi dell’impero e poi imprigionata e torturata. In questo filmino piu’ sopra vediamo com’era Halla prima e dopo la cattura, cosa diceva e pensava.
Potete immaginare una “Maria Luisa Busi” la cui casa è stata sventrata, il suo paese dilaniato, le sue città bombardate, che dice no a quello che i “vincitori” vogliono farla essere. Ma l’Italia non è (almeno finora) la Libia.
Halla è un’eroina, quella che tutte noi vorremmo essere, sapendo magari che non ne saremmo mai capaci.
Oggi noi non sappiamo se questa donna è ancora viva.

QUI UN’ALTRA DONNA TORTURATA A MORTE DAI MERCENARI DELLA NATO. Il tutto nell’indifferenza generale dei paladini dei “diritti umani”

ps: Centinaia, forse migliaia di persone libiche nostalgiche della Jamariah, che non avranno piu’, vengono quotidianamente torturate e ammazzate in Libia dai “ribelli” mercenari della NATO che non smettono di affrontare ogni giorno, in ogni villaggio e città, la resistenza del 99% del popolo libico che non si rassegna a perdere la dignità datagli dai diritti sanciti dalla Jamariah, tant’è vero che sembra che gli americani stiano per addentrarsi in quel paese per “sbrigare la faccenda” in prima persona, dato che i “ribelli” non ce la fanno, se armati e coordinati solo dal di fuori del paese.

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