Non buttiamo il bimbo con l’acqua sporca

Un paio di giorni fa, come ho scritto qui, Il Fatto Quotidiano ha parlato di Politica e Valori. E’ stato un passaggio importante, perché sono convinto che anche in politica la “coda lunga” dei blog possa trarre giovamento dall’incontro con il mainstream dell’informazione online: l’iniziativa di Politica e Valori per funzionare ha bisogno di farsi conoscere. Tutti coloro che hanno contribuito con le loro idee, i loro voti ed i loro commenti meritano che questo impegno venga premiato dalla più larga partecipazione possibile.

E’ vero, Politica e Valori è un’iniziativa partita da me, ma trova la sua forza nelle centinaia di persone che la hanno fatta crescere alimentandola con le loro idee. Idee che una volta discusse prendono forma e divengono le nostre idee. Idee che mi sono impegnato a portare avanti anche in Senato.

La visibilità che hanno siti come quello de Il Fatto Quotidiano ci aiuta quindi a far crescere le idee di Politica e Valori. Le vostre idee. Le nostre idee. Per questo motivo sono rimasto prima stupito, poi un po’ rammaricato per alcuni dei commenti che sono emersi nella discussione collegata al bell’articolo di Eleonora Bianchini. E per questo, in barba ai consulenti di comunicazione che mi dicono di non dar seguito alle critiche per non alimentarle, sono qui a riflettere con voi. Non sono rimasto rammaricato per il merito dei commenti, anche perché pochissimi si riferiscono a me o parlano del progetto (e quanti lo fanno esprimono parole di incoraggiamento che mi danno lo stimolo ad andare avanti).

Sono rimasto, invece, rammaricato perché mi son reso conto con forza ed evidenza del fatto che la deriva dell’antipolitica rischia di buttare a mare anche la buona politica, prestando così il fianco – paradossalmente – alla cattiva politica.

Noi italiani siamo ormai così allibiti da anni di inciuci, di corruzione, di malaffare istituzionalizzato, che ormai siamo arrivati a rifiutare in blocco tutto ciò che è politica. Come si può dar torto ai giovani che rifiutano la politica se solo guardiamo indietro al contesto politico che li ha visti crescere nell’ultimo ventennio? Come si può non condividere la preoccupazione dei padri di famiglia che vedono incerto il futuro dei loro figli? E’ il risultato di anni di cattiva politica. Anzi, di politica cattiva. Una politica che ha voltato le spalle ai cittadini per guardare agli interessi personali. Quella politica contro la quale – lo sa bene chi mi segue – da anni mi batto con tutte le mie forze con azioni concrete.

Ma il rischio per tutti noi di cadere in errore è oggi concreto. Il rischio di rifiutare in blocco tutto ciò che viene dalla politica, perché la politica negli anni ci ha saputo dare soltanto cose da rifiutare, è un rischio grave. Grave, non solo perché ci allontana dalla politica, ma soprattutto perché ci fa correre il rischio di rifiutare anche le cose buone che essa porta con sé. Me ne son reso conto una volta di più leggendo i commenti al post de Il Fatto Quotidiano. Me ne sono reso conto perché ho visto in essi una sfiducia (legittima o almeno giustificabile, purtroppo) non verso un progetto, ma verso tutto ciò che viene dalla politica per il semplice fatto di venire dalla politica.

Eppure questo è il momento di capire e sciegliere di conseguenza: conoscere per deliberare. Questo è il momento di ragionare, approfondire, saper guardare alle cose. E’ il momento di distinguere la Politica con la P maiuscola dal malaffare che ha imperato in questi anni. Questo è il momento, per chi vuol fare politica in modo serio e concreto, di scendere nelle piazze per un confronto serrato e senza sconti. Anche a rischio di insulti, anche a rischio di qualche pomodoro. Virtuale o reale che sia. Perché per essere un politico si deve avere il coraggio di sostenere il dibattito nei momenti difficili. Per questo continuo a lavorare con pazienza e orgoglio, e sono contento di discutere con tutti voi, su Politica e Valori come per strada, nei supermercati o allo stadio.

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