SOS Italia: Attenti ai Capitani di lunga corsa!

La nave e’ già affondata e gli ufficiali vogliono ritornare a bordo.

HOUSTON, Texas – La fine della “Costa Concordia” ha finito per trasformarsi nella tragica metafora di quanto e’ già avvenuto al vascello nazionale italiano. In effetti, ci troviamo davanti ad un deja vu nel quale non e’ difficile identificare parallelismi ed inquietanti coincidenze.

Un governo di centro destra che prometteva d’essere diverso e più efficiente di quello incapace precedente ha portato il paese al naufragio economico e poi s’è messo in salvo cedendo, prima che arrivassero i carabinieri per accertare le responsabilità, il ponte di comando al governo tecnico del professor Mario Monti.

Con incredibile somiglianza con quanto emerge adesso nell’inchiesta sul sinistro marittimo a carico del comandante Schettino tutti ricordano che mentre il Belpaese s’avvicinava al suo affondamento gli ufficiali del governo Belusconi andavano strombazzando sicurezza e superiorità dell’Italia rispetto alla Grecia ed ad altri paesi in una situazione già critica con la stessa sicumera di chi, a suo tempo, aveva ritenuto che il Titanic fosse inaffondabile. A sentire il cavaliere, a sentire Tremonti, anche lui ritenuto non meno “tecnico” ed esperto di Monti, l’Italia stava molto meglio. Non c’era da fare paragoni. La crociera di lusso continuava a procedere tra abbuffate ed abbondanti libagioni senza che nessuno intravedesse nubi all’orizzonte o scogli pericolosi sotto la linea di galleggiamento.

Ma c’è di più e c’è di peggio. Nel caso s’accertasse che il comandante più veloce a mettersi in salvo di Speedy Gonzales avesse al momento dell’impatto fatale al suo fianco la signora moldava, di cui si parla adesso come possibile causa di distrazioni del capitano questi, forse, troverebbe qualche scusante anche per la sua modestia visto che, in fondo, non aveva con lui la decina di generose intrattenitrici che il primo ufficiale di Arcore vantava di poter accudire mentre, tra una pausa e l’altra, si dedicava a ritemprare le forze tutte dedicate alla guida sicura della barca tricolore a lui tanto cara.

Non tutti, chiaramente, hanno la stessa riserva d’energia e di preveggenza in fatto d’economia di un premier-imprenditore e, forse per questa consapevolezza, al momento di fare l’inchino all’Europa il governo che cadeva a pezzi e procedeva a colpi di voti di fiducia s’era trovato con uno spread da SOS e con la totale sfiducia dei mercati internazionali.

Come fare allora a salvare il salvabile e, specialmente, a non farsi incolpare ed incriminare per il sinistro del paese? Molto semplice: sarebbe bastato fare il “nobile” passo di tirarsi indietro e di fare entrare in campo un super-tecnico ed utile idiota che, nel caso il disastro fosse irrecuperabile, si prendesse le responsibilità degli affondatori.

Da questa parte dell’Atlantico e’ forse questo ultimo aspetto del disastro italiano che lascia interdetti di più e che pone interrogativi molto inquietanti. La squadra di soccorso che non ha evitato il downrating ha agito veramente per altruismo o per difendere i posteriori di coloro che invitavano gli Italiani ad andare a dormire in cabina mentre l’acqua aveva invaso la sala macchine e si trovava già all’altezza delle caviglie?

E’ possibile che una risposta chiara a tale domanda non si trovi mai ma, nel frattempo, rimane chiaro che da una parte il vecchio comandante per nulla scomposto dal naufragio causato scalpita e dichiara imperterrito di voler tornare subito a bordo e, dall’altra, che la società armatrice di sinistra, non meno incapace ed imbelle, fa poco o nulla per cercare d’evitare che l’affondatore rimetta piede sulla passerella per imbarcarsi un’altra volta.

Il compito di grillo parlante di Bersani e dei suoi prodi ha ormai stancato e da tempo, cioè fino dai tempi di Craxi, ci si e’ accorti che l’Italia si trova in una situazione di tipo anglosassone nella quale i confini ideologici tra progressisti e conservatori sono molto sfumati e non riescono a costituire una barriera valida all’instaurarsi di un utile condivisioni d’interessi.

A parte cio’ la compagnia armatrice non tiene conto di un’importante dato di fatto in base al quale una nave si governa e si mantiene sicura anche da lontano e dal governo diretto di chi, in quel momento, ha nelle mani il timone della barca . In queste ore constatare che anche l’opposizione non abbia fatto bene il suo dovere sembra dare ragione a Beppe Grillo ed ai numerosi Catanesi che in Sicilia denunciano il sacco e la distruzione del paese effettuati dalla “casta” e stanno dando origine ad una loro temuta “primavera” a non molta distanza dal nord Africa. Si continua ad invocare energicamente un completo rinnovamento dell’attuale classe politica che, come il temuto carburante della Concordia, rischia d’avvelenare il futuro della conduzione del Belpaese, creando una situazione incendiaria resa probabile dall’espandersi e dal rafforzarsi dello scontento popolare e dell’antipolitica .

In passato gli eroi che erano stati capaci di salvare veramente la patria come Cincinnato e Garibaldi, dopo aver agito bene e nell’interesse di tutti, si ritiravano a vita privata senza aver chiesto ricompense ed onori. Al giorno d’oggi i capitani di lunga corsa, benefattori dell’Italia o ritenuti tali, sono fatti senatori a vita ed in questo modo s’assicura loro quello che ai mestieranti della politica interessa di più e, cioè, che dal parlamento non escano mai più. E’ evidente che importa poco o nulla se il popolo sovrano li gradisca ancora o non abbia alcuna intenzione di rieleggerli.

RO PUCCI

01 / 21 / 2012

I-AM, HOUSTON, TEXAS

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