COSTI DELLA POLITICA, MONTI: “NON CI SONO POTERI SOSTITUTIVI, IL COMPITO E’ DELLE CAMERE

Casta-privilegi, “questa coppia sa da separare”. Un duo che il governo Monti vuole abolire. Il piano anti-crisi dell’esecutivo tecnico prevede, oltre alla riforma del welfare e del lavoro, anche i tagli ai costi della politica. Una delle prime novità, introdotte dallo stesso Professor Monti, alcuni giorni dopo il suo insediamento a Palazzo Chigi. La Commissione speciale, nominata dall’ex Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, e presieduta dal Presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, ha presentato da poco i risultati sulla comparazione delle retribuzioni dei parlamentari nostrani con i colleghi degli altri parlamenti europei. Giovannini, intervenuto ai microfoni di Radio 24, afferma: “E’ stato un lavoro di tipo tecnico. La legge ci imponeva una scadenza, noi l'abbiamo rispettata pubblicando quello che ritenevamo pubblicabile ancorché, come alcuni giornali hanno correttamente riportato, con una serie di note metodologiche molto dettagliate. Il punto è se queste informazioni possano essere sufficienti, parliamo dei parlamentari, per assumere delle decisioni. Noi crediamo che, al di là del fatto di calcolare una media aritmetica ponderata come dice la legge, che deve essere calcolata su dati perfettamente comparabili, le informazioni fornite possano essere di ausilio a chi deve prendere decisioni. I dati sono sufficienti non solo per dibattere nella pubblica opinione ma anche per prendere decisioni da parte di chi queste decisioni le deve prendere”. Questo è il resoconto del Presidente Istat al quale segue un’importante nota di Palazzo Chigi che ribadisce ancora una volta che in quest’ambito la competenza a decidere spetta alle Camere e non al Governo, il quale è privo di qualsiasi forma di potere aggiuntivo: “In relazione al titolo di un quotidiano secondo il quale, in caso d’inerzia del Parlamento in merito ai trattamenti economici dei senatori e dei deputati, interverrebbe il governo, la presidenza del Consiglio fa sapere che la competenza appartiene alle Camere e non esistono poteri sostitutivi in materia”. Tutta la classe politica sembrava in un primo momento d’accordo all’unanimità sulla riduzione del loro stipendio, ma con il passare dei giorni sono arrivati i primi disappunti e malumori. Tutto non procede liscio come l’olio e mentre l’Italia dei Valori con Di Pietro manda un messaggio chiaro al Governo affinché decida in fretta sulla questione, senza perdere ulteriore tempo, il Pdl con il senatore Raffaele Lauro, alza la voce, chiedendo un urgente interrogazione sul fatto. Il pericolo, secondo l’onorevole del Popolo della libertà, è che si possano venire a creare possibili conflitti d’interesse fra ministri, vice- ministri e sottosegretari. Dall’ufficio di presidenza dello stesso partito, Gianfranco Rotondi sottolinea: “È necessario tornare al mandato parlamentare gratuito per tagliare le unghie ai poteri forti che soffiano sulla campagna anti-casta. Si vuole un popolo contro il Parlamento per non rischiare un Parlamento contro le cose che si stanno progettando”. L’impresa di abbattere il connubio casta-privilegi è molto più difficile del previsto. Il professor Monti dovrà munirsi di penna e taccuino, alla Josè Mourinho, per studiare la strategia vincente.
Marco Chinicò

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