Sì del Senato al cosiddetto ’decreto salva Italia’ su cui il governo aveva chiesto la fiducia. Il provvedimento da 21 miliari di euro, passato con 257 sì e 41 no, va ora alla firma del Capo dello Stato e diventerà legge con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Nonostante la fiducia, però, e la 'letizia' con cui Monti ha accolto il risultato dell'aula, è un dato che il consenso nei confronti del suo governo continui a scendere: rispetto alla fiducia del 17 novembre, giorno dell'insediamento, ha perso 24 voti. A favore della Manovra hanno votato Pdl, Pd e Terzo polo. Contro, Lega e Italia dei Valori.
Un voto contrario, quello dell’IdV, motivato ancora ieri dal capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione Bilancio al Senato, Alfonso Mascitelli: “Un governo che chiede sacrifici dolorosi deve essere credibile e invece in questo momento, con questa manovra, la credibilità del governo è indebolita, offuscata, incrinata”.
“Per evitare l’accusa di demagogia e di populismo – ha aggiunto Mascitelli nel suo intervento a palazzo Madama – do il giudizio che sulla manovra darebbe il professor Monti. Che, anzi, il professor Monti ha dato su queste manovre prima di divenire presidente del Consiglio. In una dichiarazione di luglio, in piena crisi, Monti disse che ‘un governo può forse vincere la battaglia del numeratore, cioè del deficit, ma, a causa della rivincita del denominatore, cioè la mancata crescita, è il Paese intero che perde’. Ebbene – ha sottolineato Mascitelli – con questa manovra c’è un Paese che perde ed è quello delle famiglie, delle imprese, dei lavoratori, dei pensionati”.
Chiaro il riferimento allo sbilanciamento delle misure, contenute nel decreto, che pesano per la gran parte sulle fasce più deboli della società e alle troppe tasse che avranno un ulteriore effetto recessivo sull’economia .
Senza tanti giri di parole, Mascitelli lascia al 'professore' il compito di bocciare la sua stessa creatura: “A proposito della tanto sbandierata equità, Monti sempre a luglio disse che ‘è di importanza vitale per l’Italia far aumentare la produttività complessiva dei fattori produttivi, la competitività e la crescita; e ridurre le disuguaglianze sociali’.
Ebbene, questa manovra non riduce le disuguaglianze sociali ma anzi le accentua, le rende ancora più dolorose con misure brutali. La differenza tra un governo politico e uno tecnico è che il governo politico se sbaglia perde le elezioni, se invece sbaglia un governo tecnico perde il Paese. Ecco – ha concluso Mascitelli – noi vigileremo perché il nostro Paese non perda mai più”.
Il capogruppo IdV al Senato, Felice Belisario ricorda che “quando abbiamo favorito la nascita del Governo Monti gli abbiamo dato fiducia e abbiamo detto che avremmo valutato i provvedimenti caso per caso. Purtroppo la prima manovra non ci piace, abbiamo provato a modificarla – sottolinea Belisario -, purtroppo non è stato possibile e quindi votiamo no”.