Manovra invotabile 5 / Colpire i capitali scudati che i condoni di Berlusconi hanno salvato

Sarà per l’urgenza del decreto, ma al professor Monti è sfuggita una virgola. L’iniqua manovra proposta dai tecnici prevede di tassare i capitali scudati solo dell’1,5%. Una carezza ai disonesti. Per correggere questa svista abbiamo presentato un emendamento che aumenta la sovrattassa al 15%: così si rimedia alla vergogna dello scudo fiscale, incassando almeno altri 10 miliardi di euro. È una norma di buon senso, che serve a far pagare la crisi a chi l’ha causata. La discontinuità del nuovo Esecutivo è tutta da dimostrare: colpisca duramente i redditi esportati illecitamente all’estero e poi fatti rientrare grazie ai condoni di Berlusconi, invece di tartassare ancora giovani, famiglie e pensionati. Diversamente la manovra resta iniqua e non la votiamo.

Una ridicola tassazione dell’1,5% serve a fare a mala pena il solletico a chi ha evaso il fisco e poi ha regolarizzato la posizione grazie alle varie sanatorie: gli scudati festeggiavano con il precedente Governo e brindano con il nuovo, tanto è minima la differenza prevista dall’addizionale. Noi vogliamo una manovra che ripristini finalmente la giustizia sociale nel Paese e per farlo i sacrifici devono essere distribuiti equamente: il peso della manovra deve essere retto da chi ha le spalle più larghe, visto che finora non ha mai pagato quanto dovuto.

Le perplessità sulla reale possibilità di applicare la norma sono incomprensibili. SI dice: quel volpone di Berlusconi non solo ha graziato i capitali esportati all’estero, ha anche previsto l’anonimato per chi li ha fatti rientrare nelle banche italiane. Un condono a doppia mandata, dunque: ma la chiave per la soluzione è a portata di mano. Per risalire a quei redditi basta imporre agli istituti di credito di fare da sostituto d’imposta, ovvero di recuperare la tassa trattenendola dai capitali condonati che custodiscono, per poi versarla allo Stato. E come si fa chi non li ha più in Italia e li ha portati in Svizzera? Basta siglare un accordo, come hanno fatto Germania e Inghilterra.

Ma questo non è necessario spiegarlo ai tecnici, lo sanno benissimo. Solo che si dimostrano molto bravi a complicare le cose quando si parla di toccare i privilegiati e troppo sbrigativi quando decidono di penalizzare le fasce più deboli. Monti dice che si è sempre espresso contro i condoni: lo dimostri, il suo Governo accolga il nostro emendamento per tassare come si deve chi ha fatto il furbo sulla pelle degli italiani onesti. Solo così è possibile ridare prospettive di crescita al Paese e correggere gli squilibri strutturali che ci hanno portati a questo punto. L’Esecutivo dia un segnale di discontinuità, basta cambiare una virgola: una bella differenza, visto che vale metà della manovra.

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