Manovra invotabile 3 / Tagliare le folli spese per armamenti, da sole valgono l’intero costo del decreto

Il ministro della Difesa Di Paola

Lo shopping al supermarket degli armamenti, soprattutto in un momento come questo, non ce lo possiamo proprio permettere. Non si possono prosciugare le casse dello Stato per acquistare costosi quanto superflui armamenti e poi chiedere enormi sacrifici ai cittadini. Questa odiosa iniquità è un’altra delle ragioni che ci spingono a non poter votare il decreto: si può salvare l’Italia, secondo le stime del Prof. Monti, con una manovra da 20 miliardi di euro. Guarda caso, le spese militari annue corrispondono proprio a tale somma: una cifra folle, che va decimata subito ottimizzando al contempo il comparto Difesa. Ecco qualche suggerimento.

Il sistema va riformato eliminando sprechi e squilibri strutturali e puntando alla razionalizzazione delle risorse. Abbiamo presentato una mozione per impegnare il Governo a ridisegnare il modello Difesa, ottimizzandolo ed eliminando le gravi inefficienze. Il Ministro Giampaolo Di Paola è stato rigoroso: ha deciso che sulle spese militari non è possibile fare nuovi tagli. Vogliamo capire fino in fondo a nome di chi parla, della lobby dei costruttori di armi, delle lobby dei generali interne ed esterne all’Italia? Certamente non parla a nome degli italiani e la sua arroganza mi pare addirittura pericolosa.

L’industria bellica sentitamente ringrazia l’amico ammiraglio, che però dimentica di essere chiamato a tutelare l’interesse dei cittadini. Si può e si deve riorganizzare il modello Difesa cominciando a tagliare le spese per strumenti militari inutili e molto spesso inutilizzati: a cosa ci servono la bellezza di 131 caccia bombardieri, che stiamo acquistando per la modica cifra di 15 miliardi di euro? Non si può giocare a Risiko con i soldi degli italiani!

Sono innumerevoli gli esempi della scriteriata gestione del settore Difesa, basti pensare alle 19 Maserati superlusso gentilmente concesse ai vertici ministeriali o alla folta schiera di alti graduati con i relativi benefit e privilegi degni di una casta. O di una cricca, se preferite, visto che il Governo non si è fatto mancare un Sottosegretario, alla Difesa appunto, che risulta coinvolto nello scandalo delle tangenti Finmeccanica: Filippo Milone, già uomo di La Russa ed ex manager del gruppo Ligresti, avrebbe sollecitato un sostanzioso “contributo” della società allora presieduta da Guarguaglini per la festa del Pdl. Un regalo coi fiocchi, mentre per Natale agli italiani il Governo presenterà solo il conto della crisi. A pagarlo sarà anche chi è all’estero per servire lo Stato, rischiando la propria vita. Il nostro impegno in missioni palesemente contrarie al dettato costituzionale, come quella in Afghanistan, ha avuto un costo elevatissimo soprattutto in termini di vite umane.

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