Revisione delle circoscrizioni: “Il ministero deve fare attenzione ai numeri”. Intervista a Enrico Merli, coordinatore della commissione circoscrizioni giudiziarie del Cnf

Si fa presto a dire piccolo. Ma se il “piccolo” tribunale funziona, costa poco, od il giusto, e soprattutto costerebbe di più allo Stato trasferirne l’attività, forse vale la pena riflettere attentamente sull’eventuale soppressione. Naturalmente, dati alla mano.
E’ questo il primo segnale che arriva dalla Commissione circoscrizioni giudiziarie del Cnf, coordinata da Enrico Merli, che ha appena concluso la prima parte di analisi sui dati raccolti presso i tribunali sub-provinciali, che sarebbero coinvolti dalla delega contenuta nella Manovra 2011. “Il Cnf ritiene fondamentale che i cittadini possano usufruire di una giustizia di prossimità efficiente e razionale e ha sempre sostenuto che, comunque, per affrontare una questione così importante è necessario disporre di tutti i dati relativi all’esercizio della giurisdizione” spiega Merli. Lo scorso 30 agosto è stata così decisa dal Consiglio la costituzione di una commissione ad hoc per l’acquisizione dei dati direttamente dal territorio. Allo stato, sono stati esaminati i dati di 48 dei 57 tribunali sub provinciali interpellati ed è già stata avviata la medesima indagine sia nelle circoscrizioni provinciali, che nelle sedi distrettuali. Sarà, quindi, un lavoro lungo, ma non eludibile considerata la rilevanza che ha sul sistema sociale l’efficienza del servizio giustizia.”
Domanda. Qual è il principale obiettivo che vi siete posti con la raccolta dei dati?
Risposta. Determinare il rapporto tra il lavoro dei tribunali minori e il loro costo, al fine dei successivi, necessari raffronti.
Domanda. Quali sono le risultanza principali di questa analisi?
Risposta. Innanzitutto che, malgrado il deficit organizzativo, i procedimenti esauriti nel 2010 sono in numero maggiore rispetto a quelli che sono stati incamerati dai Tribunali. Cioè in questi tribunali non si accumulano ritardi.
Domanda. Cosa intende per deficit organizzativo?
Risposta. Per esempio le scoperture nell’organico: nelle sedi considerate risultano effettivamente impiegati 526 magistrati togati su 647 previsti; 353 magistrati onorari su 457 previsti; 2423 dipendenti amministrativi su 2813.
Domanda. Come è l’andamento della domanda di giustizia?
Risposta. Nel settore civile, a fronte di 209.181 procedimenti sopravvenuti si registrano n. 213.481 esauriti ed una residua pendenza di n. 305.862 procedimenti pendenti; nel settore penale a fronte di 276.160 procedimenti sopravvenuti si annoverano n. 281.050 esauriti con una pendenza residua di n. 254.653 procedimenti pendenti. Quindi i tribunali funzionano Domanda. Avete anche calcolato il peso di cause per ogni magistrato…
Risposta. Se sommiamo tutti i procedimenti pendenti e li dividiamo per i 526 magistrati, risulta che ogni giudice ha in carico 1065 procedimenti. Ciascun giudice, poi, ha concluso 940 cause nel 2010.
Domanda. In realtà la revisione delle circoscrizioni giudiziarie ha come scopo quello di ridurre la spesa pubblica
Risposta. Come sappiamo l’obiettivo, che condividiamo pienamente, è “minor spesa e maggiore efficienza”. Ma allora è bene procedere con attenzione. E’emerso, per l’intanto, che il costo dei 48 tribunali presi in esame, escluso quello relativo al personale che, comunque, verrebbe impiegato altrove, è, sulla scorta dei dati desumibili dai rendiconti delle Commissioni di manutenzione, di circa 25 milioni di euro. Cioè 500 mila euro in media per ogni circoscrizione. Tra l’altro, solo in parte questa cifra è a carico delle casse statali, perché, secondo quanto ci è stato riferito e come risulta dai pochissimi riscontri ufficiali ricevuti, il rimborso delle spese anticipate dagli Enti locali è solo percentuale. Dobbiamo, per altro verso, registrare che le sedi locali dell’Agenzia delle entrate non hanno, nella grande maggioranza dei casi, fornito i dati che sono stati richiesti dagli Ordini sull’entità annuale dei C.U. e tenere altresì conto che esistono altre e rilevanti voci attive, quali quelle inerenti al pagamento delle imposte di registro ed ipotecarie, quelle rivenienti dal pagamento di sanzioni ed ammende, dai bolli, etc.. L’ammontare di tutti questi ricavi, che, non dimentichiamo, sono pagati dal cittadino per ricevere un servizio richiesto allo Stato, ben finanzia, quindi, anche direttamente, le sedi giudiziarie. D’altra parte, sarebbe anche inaccettabile che il prezzo del servizio richiesto fosse destinato ad altri scopi. Nulla sappiamo, infine, sulla progettualità e sulle valutazioni economiche che dovrebbe essere ragionevolmente avviate qualora si ipotizzassero accorpamenti più o meno estesi: il ministero si è chiesto quanto costerebbe il trasferimento del personale e del carico pendente dai tribunali soppressi a quelli incorporanti?
Domanda. In che senso?
Risposta. I risparmi ottenuti si tramuteranno in nuovi costi da sostenere per rafforzare le sedi incorporanti; costi che graverebbero integralmente, in prima battuta ed almeno in parte definitivamente sugli Enti locali. Non ci pare, però, che il ministero non abbia tenuto in conto questo essenziale aspetto.

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