Io ancora non riesco a capire cosa aveva di sbagliato la Costituzione repubblicana dei nostri padri fondatori, da renderla in quarant’ anni alla pari di carta straccio. Una Repubblica fondata sul lavoro, perche’ cari lettori, con l’ attuale liberismo e senza lavoro ne’ si vive dignitosamente, ne’ si cresce come Paese; ricordatelo sempre ai vostri politici di turno. Il compito di tutelare i nostri diritti fondamentali e la rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale, spettava al legislatore e la sovranita’ era esercitata dal popolo, eleggendo i propri rappresentanti a suffragio universale e diretto, un insieme di cose controllate da forme di democrazia rappresentativa e partecipativa. I governi si formavano dopo ogni tornata elettorale, tenendo presente dei consensi popolari e se il presidente del consiglio nominato faceva delle scelte sbagliate andava a casa e il Capo dello Stato ne incaricava un altro, entro i limiti della Costituzione. Con quel sistema sono cresciuti molti della mia generazione e si andava avanti lo stesso e lo Stato era piu’ presente sul territorio nazionale. Datemi anche del nostalgico ma io preferisco ancora le province alle regioni, viste e amministrate come staterelli frantumatori dell’ Unita’ Nazionale. Preferisco votare un candidato in logo nel mio collegio, nato e cresciuto sul territorio, con tanto di preferenza sia al Senato sia alla Camera, che mi rappresenti e rispetti il mandato ottenuto dai cittadini e non un parlamento a sovranita’ limitata preconfezionato dai partiti. Per la salvezza del Paese, ridateci la Costituzione repubblicana dei nostri Padri Fondatori…
Carmine Gonnella Londra
