Bustarelle, favori, finanziamenti illeciti ai partiti, appalti. Le inchieste su Enav e Finmeccanica, sembrano delineare il profilo di una Tangentopoli della seconda Repubblica

Esattamente come nella Tangentopoli originale, quella del giudice Di Pietro per capirci, anche in questa sembra essere coinvolto tutto il sistema dei partiti. Tutte le forze politiche, infatti, si spartivano la golosa torta delle nomine in Enav e Finmeccanica.

Lo racconta ai pm l’ex consulente esterno di Finmeccanica, Lorenzo Cola, nel corso di un interrogatorio il 24 agosto scorso: “Tra il 2001 e il 2002 – spiega – vi era un cosiddetto tavolo delle nomine o laboratorio all’interno della maggioranza, composto da Brancher, Cesa, Gasparri o La Russa, e un uomo della Lega, che cercava di comporre gli equilibri politici ai fini delle nomine. Quanto ai riferimenti politici dei soggetti che si sono succeduti nel tempo nelle funzioni apicali di Enav, posso dire che Pugliesi è sempre stato in quota Udc, originariamente riferibile a Baccini. Devo aggiungere che dentro Finmeccanica il riferimento è Bonferroni, deputato ancora ora confermato nel ruolo di cda di Finmeccanica Holding. Il Pdl, invece, era il riferimento politico di Floresta. Grisellini si riferiva a Forza Italia, Gramellini ai Comunisti Italiani, Vallone al Pd”.

Tutti i partiti, quindi, facevano parte della giostra. Tranne uno, evidentemente: l’Italia dei Valori. Non a caso.

Tuttavia, come risulterebbe dai verbali, a beneficiare dei favori, erano soprattutto Udc, An e Forza Italia.
Un sistema collaudato che coinvolgeva imprenditori, manager e politici: i primi, per ottenere i lavori, versavano i soldi ai secondi che li giravano ai politici non senza prima aver trattenuto una buona percentuale sulle somme.

L’inchiesta che ha portato all’arresto dell'amministratore delegato di Enav, Guido Pugliesi, di due manager, dell’imprenditore Tommaso Di Lernia e di altri personaggi, rivela un sistema complesso di intrecci finalizzati all’ottenimento di vantaggi non dovuti. Nei verbali degli interrogatori e negli atti c’è di tutto: le società ‘amiche’ segnalate dai parlamentari, i finanziamenti non dichiarati, i ministri che avrebbero ottenuto il via libera per l’assegnazione dei posti di dirigenza, le ‘bustarelle’, i nomi di esponenti politici tirati in ballo a vario titolo, come il leader Udc Pier Ferdinando Casini, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, l'ex ministro dei Trasporti Altero Matteoli, il parlamentare Marco Follini, all’epoca in cui era vicepresidente del Consiglio.

Di Lernia, in particolare, avrebbe raccontato ai pm di aver portato insieme a Pugliesi, 200 mila euro al tesoriere Udc Giuseppe Naro il 2 febbraio 2010. Inoltre avrebbe chiamato in causa diversi parlamentari, membri di governo e il consulente del presidente di Finmeccanica Pier Francesco Guarguaglini e la moglie (a.d. di Selex Sistemi integrati) Marina Grossi.

Tutti stanno ora rispondendo alle domande del pubblico ministero Paolo Ielo, ed è lecito aspettarsi nuovi importanti sviluppi da un'inchiesta che ha tutti gli gli ingredienti per diventare la Tangentopoli del nuovo millennio.

Leggi l'interrogazione dell'Idv al presidente del Consiglio e ministro dell'Economia Mario Monti per chiedere se, alla luce dell'inchiesta sugli appalti Enav, non intenda procedere “a una revoca urgente degli incarichi conferiti a Pier Francesco Guarguaglini in Finmeccanica e alla moglie Marina Grossi in Selex”. Il testo è stato presentato oggi nel corso di una conferenza stampa alla Camera dal leader dell'Idv Antonio Di Pietro, dal capogruppo Massimo Donadi e dal vice Antonio Borghesi. “Vogliamo verificare subito se il governo Monti si pone all'insegna della discontinuità o se vuole dare solo un volto pulito a comportamenti non trasparenti”, ha spiegato Di Pietro.

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