Riparte dalla Germania un dibattito su un problema gravissimo che riguarda anche la nostra società: quello dei minori a rischio figli di genitori tossicodipendenti.
Il dibattito che ci auguriamo possa essere da stimolo anche per il nostro Paese dove situazioni analoghe si continuano a verificare in migliaia di famiglie disagiate, rinasce dopo che nella città di Brema un bambino di appena un anno d’età era giunto in ospedale con il cranio fratturato dopo essere stato trasportato dalla madre che aveva sostenuto come lo stesso fosse caduto dal divano. I medici del pronto soccorso, sin da subito, non avevano creduto sulla versione fornita dal genitore ed avevano provveduto a sottoporre il piccolo ad alcune analisi specifiche tra cui l’analisi del capello scoprendo residui di cocaina. La cosa sorprendente che anche la sorellina di tre anni presentava anch’ella tracce di droga nei capelli. Si era scoperto, quindi, che i bambini provenivano da una famiglia di tossicodipendenti.
Quest’ennesima storia di violenza familiare ha fatto ritornare la città di Brema al 10 ottobre 2006 quando un evento ancor più tragico aveva visto il decesso del piccolo Kevin, bimbo di appena due anni e mezzo d’età, morto a seguito dei maltrattamenti da parte dei due genitori entrambi tossicodipendenti in forma acuta. Anche in quell’occasione, furono rinvenute tracce di droghe nei capelli del bimbo.
L’autorità che si occupa di assistenza sociale a Berna ha cercato di documentare tutti i casi analoghi partendo dall’analisi del capello dei minori figli di genitori tossicodipendenti ed ha stabilito che su 88 bambini sottoposti a questo tipo di screening riguardo a casi sospetti, ben 69 sono risultati positivi e di questi a seguito di apposite procedure ben 13 sono stati allontanati dalle famiglie d’origine ed affidati ad altri.
Eroina, cocaina, cannabis o metadone: in generale tutte queste droghe sono stati ritrovate nei capelli dei bambini se gli adulti ne avevano assunto alcuno di questi tipi. Come siano stati “contaminati” se attraverso il contatto con la pelle dal sudore dei genitori o per un uso effettivo questo i campioni non lo possono dire.
In Germania il dibattito ha portato ad un’ampia discussione politica tra le forze moderate e progressiste per cercare di trovare una soluzione condivisa per impedire che casi analoghi si verifichino e per prevenire che il disagio familiare amplificato dalla tossicodipendenza dei genitori possa portare a conseguenze più tragiche per i figli anche perché la discussione ha focalizzato l’attenzione sulla quantomai ovvia circostanza che nessun tribunale convaliderebbe l’allontanamento coattivo del minore dalla famiglia solo sulla base dell’analisi del capello.
Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” per tali ragioni s’interroga sulla possibilità d’inserire, attraverso un provvedimento legislativo che contemperi tutte le necessità di garanzie a tutela della potestà dei genitori e dello stesso ambiente familiare ma dall’altra la salute psicofisica dei minori, l’obbligo dell’analisi del capello per i minori per tutte le situazioni sospette che dovessero pervenire nei pronto soccorso o all’attenzione degli assistenti sociali, chiaramente previa convalida dell’autorità giudiziaria competente.