Finalmente Berlusconi si è dimesso, ora dobbiamo davvero voltare pagina

Abbiamo detronizzato il satrapo. Finalmente Berlusconi si è dimesso, mantenendo la prima promessa in vita sua: del resto non aveva altra scelta, a chi pensava che mai avrebbe fatto questo passo dico con orgoglio che lo abbiamo costretto noi dell’opposizione, mantenendo la schiena dritta e logorando la sua squinternata maggioranza. L’Italia è stata liberata dalla sua ingombrante presenza: dopo tre anni e mezzo di dura ma inesorabile opposizione, sul bunker sventola bandiera bianca. È un momento storico per le sorti del Paese e non bisogna abbassare la guardia.

Come alle Termopili, in pochi spartani ci siamo opposti a molti cortigiani e la ragione di chi antepone il bene comune all’interesse di parte alla fine ha prevalso, sbaragliando le truppe del tiranno. Ora però non bisogna ripetere gli errori commessi da altri in passato, l’IdV continuerà a battersi affinché il conflitto di interessi, le leggi ad personam, la casta dei privilegiati, il “Porcellum” e il clientelismo delle cricche siano un vecchio ricordo. Per traghettare il Paese fuori dalla crisi il Parlamento deve tornare ad essere un palazzo di vetro in grado di occuparsi delle vere priorità, a partire dai tagli ai costi della politica, dalla lotta alla corruzione, all’evasione e alla speculazione finanziaria e dalla riforma della legge elettorale per la quale abbiamo raccolto 1 milione e 200 mila firme. Bisogna ricostruire il Paese e invertire la rotta che ci ha portati sull’orlo del disastro. Quel che resta della maggioranza ha appena approvato la legge di “instabilità”, una manovra inutile ai fini della crescita e dannosa sul piano della giustizia sociale. Noi abbiamo votato contro un provvedimento che penalizza i cittadini onesti invece di presentare il conto della crisi a chi l’ha causata. È il colpo di coda del Caimano, ora servono riforme all’insegna dell’equità e della crescita: ai mercati, all’Ue ma anche agli indignati bisogna fornire subito risposte concrete.

Siamo pronti ad assumerci anche stavolta le nostre responsabilità e ci auguriamo che un nuovo Esecutivo duri il periodo necessario ad affrontare e risolvere l’emergenza, tuttavia non accettiamo che un Governo tecnico possa commissariare la politica a tempo indeterminato: in democrazia sono i cittadini a scegliere da chi farsi rappresentare. Pertanto lo ribadisco, aspettiamo con fiducia di capire cosa vuol fare l’imminente Governo Monti. Siamo tutti in attesa conoscere la squadra e il programma del nuovo Esecutivo, la consultazione che avremo domani con il Presidente Napolitano sarà decisiva ma, sia chiaro, non sosterremo mai politici provenienti dall’ormai ex maggioranza di centrodestra. Vigileremo, anzi, affinché questa fase non serva a lanciare il salvagente a Berlusconi, che ora non può permettersi di dettare condizioni come invece sta cercando di fare. Impediremo che quanto stiamo cacciando fuori dalla porta rientri dalla finestra: bisogna creare le condizioni per mettere in cassaforte questa vittoria, che appartiene anzitutto ai milioni di italiani che non si sono mai riconosciuti in questo Governo fallimentare. Noi chiederemo precisi obiettivi e scadenze al nuovo Esecutivo, valutando i singoli provvedimenti nell’interesse degli italiani e auspicando che si torni alle urne prima possibile con una nuova legge elettorale e un’alleanza forte di centrosinistra in grado di guidare l’alternativa di Governo.

Con le dimissioni di Berlusconi finisce la Seconda Repubblica, dobbiamo entrare in una nuova fase e voltare davvero pagina. Daremo, come sempre, tutto il nostro contributo per archiviare il berlusconismo, insieme alle forze vive del Paese, e ricostruire il tessuto economico-sociale, tutelando le fasce più deboli e restituendo centralità ai cittadini. È cominciata la ricostruzione, ora bisogna rimboccarsi le maniche e tenere gli occhi aperti.

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