Bipolarismo o Multipolarismo

Mentre il nostro Paese sta rischiando il fallimento sotto il profilo finanziario, oggi, anche la politica rischia il tracollo per colpa di un bipolarismo malato. Una pericolosa malattia che si sta manifestando per colpa dell’incapacità dei due principali partiti, quali sono il PDL e il PD, che hanno frammentato la loro estrazione ideologica in varie aree politiche di Centro Destra e di Centro Sinistra. Di fatto tutto questo ha creato una sorta di ingovernabilità all’interno dei due schieramenti, pieni di partiti e partitini, che alla fine si sono ritrovati tutti contro tutti. Certo, chi aveva pensato di dividere il nostro Paese in destra e sinistra aveva avuto un’ottima idea, in realtà si sarebbero eliminati diaspore e piccoli partiti inutili, controproducenti e costosi, ma alla fine nessuno è stato in grado di gestire la cosa. In effetti, in Italia attualmente esistono una molteplicità di partiti e movimenti, tra destra e sinistra, e quotidianamente assistiamo alla proliferazione di nuovi soggetti politici che spesso nascono sulla mera onda del personalismo. Ogni giorno appare un simbolo diverso: API, FLI, MPA, UDEUR, RIFONDAZIONE DC, FIPU, PLI, CITTA NUOVE, GIOVANE ITALIA, ecc. Insomma, un coacervo che non va di certo in una direzione bipolare. Nemmeno con la consapevolezza dell’alternanza si è potuto garantire una vita durevole ai recenti governi, proprio per la complessa composizione politica e per la differenziazione sugli accordi di programma che permangono nello scenario politico attuale. L’unica cosa che fino ad oggi li ha accomunati sono stati gli esiti finali del tutto fallimentari. Neppure a farlo apposta, in un panorama cosi confuso e poliedrico, è arrivato il terzo Polo. Un altro soggetto, in rappresentanza dell’area di Centro, che però aggrega dei partiti completamente in antitesi fra loro: UDC, MPA e API, che sono per tradizione di area politica Democristiana, insieme ad FLI che è notoriamente di Destra. Nulla vieta naturalmente a questi soggetti di trovarsi di comune accordo e candidarsi come alternativa politica al Centro Destra e al Centro Sinistra, ma questo sicuramente non andrà a garantire una solida governabilità. Ciascuno dei tre Poli, infatti alla fine, unisce al proprio interno una disomogeneità politica che si pone al limite della stabilità. Gli Italiani ormai sono stanchi degli inciuci e dei giochi di palazzo, addottati per vincere la competizione elettorale ad ogni costo, senza che il programma sia realmente condiviso in ogni singolo punto e da ogni singolo elemento. La crisi politica odierna, quindi, è figlia di un bipolarismo sofferente, malato e incapace di reagire, che a lungo ha aleggiato come un fantasma sul nostro sistema politico. Coloro che hanno proceduto a seppellire la Prima Repubblica e con essa il ricordo del penta partito, hanno dimenticato di tener conto che la politica italiana è di natura partitica e non può essere racchiusa in un sistema muscolare che la imprigioni semplicemente in Centro destra e Centro sinistra. I nostri parlamentari dovrebbero a questo punto avere l’umiltà di ammettere che l’ingovernabilità di questo Paese non si può definire con il riconoscimento politico di un terzo Polo, ma aprendosi all’idea che ciascun Partito si presenti agli elettori sotto un unico simbolo e con un unico programma condiviso da tutti, giocando la sua parte per vincere e governare stabilmente. Dubito che un’alternanza bipolare tra coalizioni eterogenee sia in grado di dare questo messaggio e soprattutto che sia in grado di tenere stabilmente il timone delle riforme, in modo che siano condivise veramente da tutti. L’uscita di scena di Berlusconi sicuramente allenterebbe le tensioni oggi esistenti e un governo di larghe intese sicuramente potrebbe traghettare il Paese a nuove elezioni, con riforme elettorali e costituzionali ben precise, per dare garanzie di democrazia più chiare ed efficienti. Ma è tutto da vedere, se la cosa da sola può bastare a portarci ad una forma di bipolarismo più sano, fatto di azioni e di vere riforme, o piuttosto lasciarlo continuare a far chiacchiere e apparizioni in tv. Sembra infatti che la politica di oggi sia diventata un ostacolo e non una risorsa per i cittadini, i continui personalismi dei parlamentari creano solo una grande confusione, mista ad un’acredine politica che devasta il Paese.

Antonino Di Giovanni

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